“Come nacque la mia amicizia con Sinisgalli” di Bruno Chersicla

Cara Maria Pina,
Leonardo Sinisgalli mi dedicò, nell’arco degli anni, tre testi che conservo come reliquie e rimangono quanto di più bello un artista possa sognare di avere in vita.
Conobbi il poeta nel 1962. Aveva una bellissima casa a Lignano, una villa immersa tra larici e pini, inserita nel “labirinto”, il capolavoro di D’Olivo maestro dell’architettura organica. Da molti anni d’estate nella sua casa si incontravano scrittori, artisti ed amici ed è proprio nell’estate di quell’anno che presentai in una galleria la mia seconda mostra personale con opere del mio primo periodo informale. Ed ecco che accadde il fatto sensazionale: pochi giorni dopo l’inaugurazione la gallerista mi telefonò informandomi con entusiasmo che Leonardo Sinisgalli era passato di là e aveva acquistato l’intera mostra, dico tutta! Nella mia città, Trieste, non avevo ancora trovato un solo collezionista disposto a rischiare un acquisto… Sinisgalli stesso raccontò poi quel fatto con queste parole: “il più geniale epigono dell’informel è un ragazzo di Trieste, Chersicla. Le sue opere più preziose hanno il formato di una mattonella. Sono pezzi vividi ridenti. Polveri, paste, impiastri di un Oriente che comincia a Porto Corsini e attraversa Aquileia… e tante altre meraviglie”. Iniziò da quel giorno un’amicizia che durò per tutto il resto della sua vita.

Milano 2007

Bruno Chersicla

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