“ALITI D’AMORE”/ La rinascita dell’uomo nella nascita di Dio

teresaLIBRI/ Segnalazioni natalizie

Riflessioni poetiche di Teresa Armenti (1987-2007)
È da venti anni che Teresa Armenti in occasione del Santo Natale ha distribuito alla comunità di Castelsaraceno queste perle di religiosità, segno vivente del suo cammino di fede. Sono gli “Aliti d’amore”, editi da Guarini, collana Luci Meridionali. Sono «preghiere, invocazioni, implorazioni, prese di coscienza, interrogativi, meditazioni, …offerte di speranza,» come ella stessa annota. Venti appuntamenti con Gesù. Venti effusioni vive di spirito cristianamente forte, di un cuore palpitante di carità, di una mente lucida ed attenta, sensibile e pura. La mistica di Teresa è esistenziale, quotidiana. Natale è:/ accettare la propria vita,/ darsi sempre agli altri/ senza pretendere nulla/ e avere tanta pace interiore./ Sia per te, ogni giorno, Natale!. La poesia di Teresa, per chi la conosce, è un fiume di vita che scorre ora fluente ora burrascoso. Assaporate l’ermetismo di questi versi: mi ricorda il Natale di Ungaretti, quella stanchezza sulle spalle, che in Aliti d’amore più volte si manifesta nel disagio della vita e nel paradosso del mondo. San Giuseppe m’accoglie,/ mi rice ch’aggia avè pacienza,/ mi fac’ virè ‘u Bambinello/ ca è miso mica ‘nda mangiatura,/ ma ‘ngapo a ‘na longa Croce… Una grande anima, molto cara non solo come filosofessa, E. Stein ebbe a scrivere che «i misteri del cristianesimo sono un tutto indivisibile. Così la via che si diparte da Betlemme procede inarrestabilmente verso il Golgota, va dalla mangiatoia alla Croce». In queste semplici parole, in quella tipica immediatezza che solo il vernacolo può rendere in maniera più intuitiva, è compresa tutta la grandezza del cristianesimo: il bambinello sulla croce. Quella croce che Teresa avrebbe voluto a vessillo del poggio Castelveglio, segno di salvezza, di gioia, non di morte, non di dolore, non di onta! Il Natale racchiude in sé tutti i misteri cristiani. Solo l’occhio del credente profondo vede la “coincidentia” della Nascita e della Morte-Resurrezione. Vagavo nelle tenebre./ Ora cammino nella Luce. Quel taglio turoldiano, il “venire di notte” di Dio, perché «nel nostro cuore è sempre notte». Quel taglio giovanneo di “oppositio” luce-tenebre – e seguendo la poesia di Teresa del Natale ’90, ad esempio – tristezza-gioia, disperazione-speranza, lontananza-vicinanza, vuoto-pieno. Volendo riassumere allora quello che può suscitare questa bella raccolta vorrei prendere in prestito alcune parole di don Tonino Bello, tratte da “Alle finestre della speranza”: «Andiamo fino a Betlem. È un viaggio lungo, faticoso, difficile, lo so. Ma questo che dobbiamo compiere “all’indietro” è l’unico viaggio che può farci andare “avanti” sulla strada della felicità». In questo cammino non manca lo scontro, la contestazione di Teresa, l’insofferenza verso un mondo lontano, a volte contrariato, beffardo. Cito ancora qualche verso per rendere l’idea, tratto dal Natale ’92. Che possiamo fare noi cristiani/ di fronte ai continui assalti/ della violenza razzista?/ Di fronte all’atroce agonia/ di popoli disperati?/ Di fronte alla profonda crisi/ della nostra cara Italia?… con Te, possiamo/ cancellare il vecchio mondo,/ egoistico, violento e consumistico… Il Natale è – come ha scritto Enzo Bianchi – una festa fragile… amata da tutti, ma esposta a malintesi e stravolgimenti, in Teresa diventa la voce e la stessa offerta della speranza: Nell’era della globalizzazione…/ la preghiera sarà l’arma/ per sconfiggere il Male.

Vincenzo Capodiferro

4 risposte a ““ALITI D’AMORE”/ La rinascita dell’uomo nella nascita di Dio

  1. Ringrazio Vincenzo Capodiferro e la nostra “grande” ed incomparabile Mapi, per l’attenzione verso “Aliti d’Amore”, messaggi inviati nel periodo natalizio soprattutto a chi va alla ricerca del “Bambinello”, per ritrovare la semplicità e sorridere a chi non sa più sorridere.

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  2. «Andiamo fino a Betlem. È un viaggio lungo, faticoso, difficile, lo so. Ma questo che dobbiamo compiere “all’indietro” è l’unico viaggio che può farci andare “avanti” sulla strada della felicità»

    Saluto l’autrice che non conosco e il curatore del libro.
    Nic

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  3. Conosco Teresa da anni, anche se la mia insegnate di lettere alle scuole medie fu l’amica e collega Ida Iannella, che ricordo sempre con affetto e stima. Teresa per me è stata sempre maestra, oltre che di cultura, di virtù sublimi e di vita, nonostante il mio carattere ribelle
    e fuggitivo a volte abbia irritato la sua onestà e la sua bontà d’animo.
    Colgo l’occasione per esprimere tutta la mia riconoscenza per questa donna lucana, una donna autentica, che ha dato molto alla sua terra e non solo, sebbene non sempre da questa, ingrata, fosse stata riconosciuta e valorizzata appieno.
    Un saluto da Vincenzo Capodiferro.

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