Un testo inedito di Alfonso Guida

da “POESIE SU TOSSE MURARIA”

… busta spesa arieggiando il senso adunco
di una spedizione incerta, marittima
che porta verso Giava , tra i giafetici
dell’Arca, figlio e imponente ristoro
del significato compresso a sbalzi
sotto quel forame di lingua chiuso
nell’arcadia, discordando in forcute
riesaminazioni acquatiche presso
l’ospedale nel cui porporino astio
cresce il fagiolo collinare, un giglio
nettato oltre veneziane in cotone
grezzo, qui avrò visto miosi e fonesi
demenza reversibile, elencabile
nè mistero nè storicizzata via
di ogni cura ben tracciata, è u n calore
di arnie smosse, l’exsanguino a erosione.

*
…lo sguardo, se vuole, può anche far vomito
del sasso immelmato, infangato, messo
dentro saliva e filamenti gialli
di medusa a ingrossare come ai lati
porta muco e colore escrementizio
tutto ammucchiato in fresca urina calda
da un rigagnolo che rientra a strapiombo
nell’ammasso impastato scende ruggine
compatta e calcare estromesso al gelo
che ne lambisce l’involucro al centro
di lattosio, pietre e sabbia cagliate
nel pugno, nel disgusto scivoloso e artico
nel giorno freddato a fanghiglia e sangue
di petrame e coi peli un ciuffo di ife
di cartilaginose masse viscide
chiuse a campana per meglio indurire
sale farinoso, un giallore ardesia…
….lo sguardo può anche far vomito e schifo
del sasso, se vuole, trovato un freddo
mattino d’inverno a un passo dal mare
da una riva color piombo affossato.
…doveva esserci qualcosa di simile
nel primo foglio in descrizione di nausea
del già vecchio, fuori d’ogni saggezza, Sartre.

*
…riposa sul pavimento in radura
nel buio dove ogni tuo corpo inizia
freddo al contatto a farsi cosa, essenza
scura piega di luce e, più oltre, terra.

*
…dopo il palato da cui sorge il brivido
l’alto abbaiare dei campi incrostati
nel secchio color ginestra a sfoltire
le invocazioni del pellegrinaggio
palustre disossato a mite cosa
di esistenza variabile secondo
la discordia promessa che le mani
gettano tra un dito e l’altro a fondare
l’esercizio di un esilio costante
nel murario tossire, in questa conta
di rocce palpitanti e palpitanti
demarcazioni centrali che l’occhio
fuor d’ogni esplosione apprende nel cuore
dell’invasato baluginio a scrigno
disboscato come la bocca insalubre
del cireneo che voltò spalle e fede
nel costone che la celere urtò
pregando in confidenza la coprostasi
sbagliata di uranio. Il primo ladruncolo
firmò approfittando del buio e dopo
che l’insonnia del Cristo fu tenuta
salda al suo rimorso sfuggì al mandato.

*
…porta in mano altre minerva e diana blu
così regge il suo occhio al trasferimento
già emendato perchè lei dice al freddo
non può giocare al lotto che altrimenti
le viene effettuato il denaro e i soldi
se li tengono loro, imprecisati,
ma è che chiedono a chi assume carbolithium
documenti, allora ci manca questo
fratellame di comodo attraverso
la noia, il gusto di saperne in più, oltre
le cos fatte e cucite al cervello
come un fucile infume a sdolenzire
l’uovo perduto mensilmente adesso
nel buio, un rumore, un vecchio carrello
portapezzi e il fattore enunciato anche
senza esponente, qui, a scuola serale.

*
…schiumeggia sognando. Il fissatore apre
l’acquaragia, altre movimentazioni
forniscono acerbe, suppuranti idee
di restauri in trasloco in parte fatto
nel frastornio raffinato, un sedile
vuota il rosmarino allietato che unge
due candele, un metro a stecche, un dolore
composto come quello angelicato
dei vergini al feretro paterno, è uso
calcolato in decimali esigenze
di rinnovo, d’incunabolo a attrito
radente e i solfeggi accurati in zone
di elettrostrizione ai giunti che vagano
nell’erba alti e perplessi, i giunti cardanici.

Alfonso Guida, San Mauro Forte, primavera 2007

Credo non ci sia niente da aggiugere a quello che Alfonso fa dire alla pagina bianca. Quest’uomo dotatissimo, che ho conosciuto, e che indico come uno a cui il Padreterno ha dato quel ‘troppo’ di cui noi piangiamo. E di cui moriamo. Alfonso Guida ha pubblicato solo un’ Opera: Il sogno, la follia, l’altra morte, che potete acquistare – ve lo consiglio con tutta la forza che posso qui.
Qui invece potete leggere alcuni estratti dell’Opera con la nota critica di Sandro Montalto.

20 risposte a “Un testo inedito di Alfonso Guida

  1. Veramente densi di significato e di arte questi versi di Alfonso Guida, che ne fanno uno tra i più promettenti poeti di quella Lucania che non si smentisce ma ravviva sempre quella vena di luce brillante nei deserti di calanchi. E’ la patria di Pierro, Scotellaro e Sinisgalli.

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  2. Un dipinto è tale, un’opera d’arte, anche se non piace lo stile e il soggetto(i).
    In arte, L’autore dovrebbe comunque(è un suo dovere) porsi al posto del lettore. Di chi guarda il quadro.

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  3. Non sono per niente d’accordo. Ma voltairianamente rispetto la tua idea. Spero ovviamente di essere contraddetto. Magari altrove. Qui è bene restare su Guida. Parlare di lui. Faremo dell’estetica a suo tempo. Grazie Rosario in ogni caso.

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  4. Gentile Mauro, io credo che non si possa comprare un Guida, nè una guida, quando si parla di soggetti poetici, oltre che di oggetti. Ed ogni soggetto nel caso poetico è unico ed irripetibile, anche se la sua opera è ripetibile all’infinito. Ma ogni copia è sempre copia dell’originale. Quanto alla comunità intellettuale, credo che non esista, o meglio, come direbbe Kant, sia caratterizzata da quella “insocievole socievolezza”. Io vedo piuttosto un aggregato individualistico in perenne lotta per la supremazia, fatta di gelosie, di arrivismi insensati. Più che una Repubblica intellettualoide, c’è soprattutto in Lucania, un darwinismo letterario. I geni, d’altronde, più che essere notori, sono soprattutto incompresi. Avrò modo comunque di apprezzarti, ho letto qualche tuo verso, naturalmente da esterno a quella olimpica comunità di intellettuali di cui mi pregio di non far parte, e con sincerità, solo “per quella insulsa perdita di tempo che è il lavoro”, ti darei una corona di alloro…

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  5. Ma che cazzo, metti almeno qualche punto!Non respiro![sono un caro amico di Calbi Leonardo!].
    Non Vi sopporto intellettuali di merda. Che diranno di Voi i lucani non alfabetizzati, la povera gente che aspira a elevarsi, che vuole capire anche i versi. e leggerli !
    Non sprecate i riferimenti e le occhiate a Sinisgalli e a Scotellaro. E poi lasciate stare Albino Pierro, non è per Voi!

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  6. Caro Vincenzo, mi sembri una persona troppo accorta per parlare di ‘compere’ giocando con le parole. Di sicuro il tuo discorso è più profondo. Se vuoi lo affrontiamo anche. Il mio intento però era quello di invitarvi a comprare il libro. Perchè è importante. Ecco, comprarlo vuol dire partecipare ad una comunità intellettuale. Cosa credi che stiamo facendo ora io e te che parliamo se non contribuirvi? Perché quando uno parla di queste cose si deve sentir sempre puzza di bruciato? Di ‘intellettuali’?
    Vedi, io credo questo. O sei Eraclito e allora vai con Artemide ed è una scelta. Oppure vieni in questi posti e sei già parte di-. Accetti il dibattito, insomma. Poi ognuno ha le sue visioni. In questo sito decine di persone potrebbero confermarti che io non sono un ecumenico. E visto che hai letto e non sei stupido l’hai capito anche tu. Ciò tolto, cosa c’è di strano a divulgare qualcosa che si ritiene valido o bello? Niente, credo. O vogliamo polemizzare anch su questo? Spero avremo modo di confrontarci anche su altri temi.Grazie per il tuo tempo.

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  7. Vedi Donato, i lucani che aspirano ad elevarsi, come dici tu, leggono e studiano. E diventano intellettuali. Anche quelli che intellettuali non vogliono essere chiamati. La merda, poi, è stata anche resa opera d’arte. Da intellettuali. Inoltre, visto che sei un lettore illuminato di Pierro, ricorderai il suo “Diario di un intellettuale non organico”. Non organico. Ma intellettuale. Non conosci nemmeno i tuoi eroi. Non so chi sia questo Calbi Leonardo di cui ti dici amico, ma se è persona colta e intelligente come spero, forse dovrebbe guardarsi bene da certi amici. I lucani non alfabetizzati? Non sono un problema mio. Esistono linguaggi più o meno frequentati, non semplici o difficili. Se non ti piacciono gli intellettuali di merda vai a correre nei boschi e nei prati. Qui nessuno lamenterà la tua assenza. Buona serata.

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  8. Vedi Mauro, se è il tuo nome, vedi Savino,se è il tuo nome,mi hai risposto in pienezza e candore.
    “I lucani non alfabetizzati” non sono, infatti,come tu dici un tuo problema!Tu appartieni alla cerchia degli intellettuali “organici”, come i tanti altri che sanno solo parlarsi addosso!
    Ammetto di essere stato sfrontato e di non buone maniere e chiedo venia, se accettate!
    Ponevo solo una questione, importante ? Per me sì, esiziale !

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  9. Mi chiamo Mauro Savino. E mi parlo addosso. Ebbene si, Donato Muscillo! Non vedo addosso a chi dovrei parlare! Organico? Uno che da due anni si vede boicottati gli spettacoli teatrali perché sputa sui politici? Informati, poi ne riparliamo. Sono un intellettuale di merda perchè passo la notte a leggere e il giorno a bestemmiare? Perchè volevo studiare e con quello che danno ai ricercatori morivo di fame? E va bene, allora sono un intellettuale di merda. Come ti pare. Come ti piace. Anche s. Paolo ed Erasmo odiavano gli intellettuali. Ma hanno argomentato il loro dissapore. Così, al di là di tutto, se accetti tu il modesto suggerimento di questo odioso e viscido intellttuale, non tradire il tuo Sinisgalli, il tuo Pierro, perdendoti in volgarità gratuite contro chi non conosci. Ti piacciono i dialettali? Bene, parlacene. Ti leggeremo. Possiamo non piacerci ma non è un male. Non credi? Buon lavoro.

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  10. Vedi Mauro, se è il tuo nome, vedi Savino,se è il tuo nome,il tuo consiglio modesto lo accolgo in pieno: me li tengo cari e stretti stretti i miei Sinisgalli, Scotellaro e don Albino poeti,sai perchè? Perchè in giro di buoni poeti lucani ne vedo pochissimi e sparuti.Per mio gusto salvo Gina Labriola e Gennaro Grieco; ma solo per mio gusto!Buon lavoro anche a te !

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  11. Scusate se intervengo nel dibattito, non sotto le vesti dell’oscuro Eraclito, ma seguendo certamente uno dei suoi detti: “la guerra è la regina di tutte le cose”. A mio avviso Alfonso
    Guida è uno di quei pochi poeti lucani promettenti, potenzialmente non inferiore a Grieco e a Labriola, già affermati e con tutto il rispetto per loro. Scotellaro se fosse vissuto altri trent’anni avrebbe potuto superare anche Montale, ma fu ucciso dai lucani, perchè la Lucania uccide. Pierro fu valorizzato a Roma, Sinisgalli tra Roma e Milano. Vogliamo prenderci in giro?
    O Pierro non è per noi? Concordo pienamente con Mauro nella denunzia dell’avversione verso i
    giovani talenti che sono stati messi al bando da una masnada di cinquantenni forsennati
    pseudo-rivoluzionari e psuedo-intellettuali. Quest’atomismo o monadismo letterario tipico della loro infida progenie certo non giova alla creazione di una creativa comunità di intelletti.

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  12. Ritorniamo ai fatti:
    il presentatore ( dalletreallesei) del brano di Guida giura che non c’è altro da aggiungere ai versi del Nostro, subito Vincenzo dice “essere tra i più promettenti poeti lucani” ammiccando a Pierro, Sinisgalli e Scotellaro e che i versi li trova “veramente densi di significato”.
    Mauro Savino certifica il tutto con un salomonico ”verissimo”.
    Il mio dissenso, a dire il vero un po’ sgraziato e fuor dalle righe, mi sono già scusato!, provoca “l’apriti cielo” e l’accorrere in difesa dei fans!
    Ponevo una questione di metodo: lo scrittore si chiede a quali lettori si sta rivolgendo? I suoi versi devono esseri chiari, piani, comprensibili, toccanti per il lettore? O si ha sempre bisogno di didascalie, di spiegazioni, di aggiuntive note?
    O meglio ancora io parlo bene di te, tu dici bene di me, egli apprezza noi, noi sosteniamo voi, voi dite bene di noi, essi parlano bene di tutti! Un serpentone che si morde la coda!
    Ah “la botte e il violino” di sinisgalliana memoria. Meditate gente, meditate!

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  13. La questione che pone Donato è rilevante. Spero ci dia l’occasione di confrontarci sul tema. Voglio solo dire, prima di elaborare la risposta quale deve essere, che ancora una volta Donato manca il bersaglio. Noi non si è fans di un bel niente. Qui non siamo in televisione. Donato, almeno questo, Donato! Riconoscicelo! Sembra che qui noi si faccia troppo rumore per nulla. E allora, bisogna qui dire, ed il tutto è testimoniabilissimo, che ci si batte per il riconoscimento della poesia di un signore che è un Premio Montale. Anche la sorella di Dario Bellezza era fan di Guida? Anche la Merini era fan di Guida? Anche Maurizio Cucchi era fan di Guida? O hanno capito con “cosa” e non con “chi” (il “soggetto” è squalificato da Hobbes in poi) avevano a che fare? Detto questo, sul metodo ti darò la mia visione dei “fatti” Donato. Anche se sai meglio di me che “i fatti non esistono ma solo le interpretazioni” (Nietzsche). Vorrà dire che chiameremo in causa l’ingegnere Wittgenstein. Mediteremo. Stanne certo. A presto.

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  14. Che la cultura ufficiale in Lucania sia in mano a personaggi che fanno il bello e il cattivo tempo è indubbio. Devi avere un nome “reccomandato e evidenziato da qualcuno”. Spesso chi parte incontra il successo, a parte l’essere discriminato e respinto dalla regione di provenienza, si evidenziano in modo prorombente sensazioni forti e sentimenti che, restando al proprio paese, covano sotto la cenere. Senza contare la possibilità di crescita grazie a incontri-confronti con altri artisti. Sono sfide anche dolorose che però ti fanno crescere. Ho conosciuto poeti e scrittori valorizzati dai comuni e dalle regioni dove sono nati. In Lucania se sei partito è meglio non farti piu vedere, potresti vedere le piante nell’orticello di chi è rimasto. Lo dico per esperienza personale. Incontrai un poeta lucano, mi raccontò di come il governatore della regione Basilicata lo abbia pregato di pibblicare una raccolta di poesie. Non discuto l’autore non ne ho facoltà. Non ho soldi per mettere parte del costo di una mia pubblicazione ho provato. Mi hanno preso in giro per due volte. Vivo al nord dove sono poeta abbastanza apprezzato. Da decenni frequento alcuni circoli letterari. Ci sono in Italia poeti eccelsi ma poco conosciuti. Uno solo per esempio Santamaria. Il poeta di cui stiamo discutendo E’POETA secondo me. Si può discutere lo stile e i contenuti ma lui è poeta. Mi ha ricordato un poeta che frequenta insieme a me un circolo di Modena. Splendido stile e sensibilità alta, negli ultimi anni, superato gli ottanta, riesce a scrivere splendide poesie sui suoi nipotini ma poi si perde con soggetti che riguardano le sue frequenti visite ospedaliere. Ognuno di noi scrive la storia che può e che vuole.
    Raramente vengo a postare su questo sito che peraltro apprezzo moltissimo. Prediliggo le discussioni.
    Non mi piacciono le aggressioni, se il discorso continuerà su questi binari preferisco starmene tranquillo.

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  15. Il tuo riferimento a Wittgenstein è quanto mai calzante. Tornato a Vienna dalla prigionia italiana prese il diploma di maestro e per 6 lunghi anni insegnò nelle scuole elementari di 3 paesi/villaggi sperduti della Bassa Austria, per i suoi alunni scrisse un “Dizionario per le scuole elementari”, un dizionario fatto di parole semplici e importanti della vita quotidiana (la casa, la cucina, gli animali domestici, la stalla, il lavoro dei campi, l’orto, gli alberi e i fiori, il bosco, gli uccelli e la caccia, i mestieri e gli attrezzi del lavoro manuale, pesi e misure, l’amministrazione comunale, la religione, il corpo umano, le malattie, le caratteristiche psicologiche delle persone ) , tutto questo per rendere i suoi ragazzi padroni della lingua che avrebbero usato per tutta la loro vita, sosteneva che “più ampio è il linguaggio che si domina e più estesa è la realtà che si comprende”. La scuola di Wittengstein fa pensare a quella di don Milani, entrambi si immolarono perché i loro ragazzi possedessero le parole, più parole.
    Ritorno a bomba !
    Ma lo scrittore è tenuto ad essere chiaro, intellegibile, semplice ?
    Vuole porgere le parole che siano poi toccanti, suadenti, catturare ed emozionare il suo lettore, farlo partecipe della sua magia ?
    O che cosa?

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  16. Calma ragazzi!! se i poeti si azzuffano così…stiamo freschi!!
    Msssione della poesia? poeti “Salvatori”?. Più semplicemente non è che forse bisogna riconoscere la pluralità espressiva e la varietà del canto?. Ognuno si esprime come sa o come può o forse come vuole.
    Personalmente prediligo la semplicità che si sforza di dare conto della complessità dell’esistenza, ma è un punto di vista personale. Il ventaglio ha tantissime stecche.
    Le espressioni elevate, la ricerca espressiva, la poetica dotta non sono da guardare con sospetto o disprezzo. Non sono le capacità le conoscenze i saperi a scavare fossati ma è il loro utilizzo strumentale che alza muri o marca distanze.
    Saluti lucani Valcas

    è la conoscenza v’è contrapposizioe tra Non c’è antitesti tra poesia dotta, ricerca espressiva e semplicità

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  17. il Savino ha trovato un nuovo modo di farsi pubblicità gratuita
    (ti conosciamo troppo bene per non sgamarti)
    ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh……………..

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  18. Alicui qui dicit me bene gnoscere: verba tua solum mera oris exercitatio sunt. Eae fulgentes paucitatis tuae neque tangent meas cogitationes neque quod ego et omnes hunc sciunt. Aliquando loquabimur: tunc videbimus ubi tu pervenerit. Vale.

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