Delitto all’idroscalo di Michele Parrella

ad Pier Paolo Pasolini

Ti hanno sfigurato
in un’Italia
che più non riconosci.
E massacrato nell’ambigua
certezza che il tuo corpo
per gli altri non avrà
altro giudice
che la furia dei tuoi
fratelli infelici.
Ora anche il tuo
rimpianto
è stato ucciso.
E nessuno di noi
può credere che l’amore
ha calpestato la tua faccia,
distrutto i tuoi occhi.
Nessuno di noi può credere
che la dolcezza della tua voce
ha insanguinato la tua testa,
come un melograno che rotola
nei solchi dì novembre.
Chi ti ha ucciso
è stato pagato.
Chi ti ha sfregiato
non era stato scelto
e pagato.
Eppure gli hanno detto:
Questa volta non facciamo saltare
un treno, ma un uomo che come un treno
pieno di uva matura corre verso la pigiatura.
Dobbiamo fermare quella vendemmia,
distruggere gli acini, i mosti
di un paese che è cresciuto.
E quel corpo irriconoscibile
annegano
nel suo stesso rimpianto.

(2 novembre 1975)

Michele Parrella, Laurenzana (PZ) 1929-1996

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