Spunti (di)versi con… Antonio Spagnuolo

I POETI SI RACCONTANO (4)
Interviste sulla poesia a cura di M. P. Ciancio per il blog letterario LucaniArt Magazine

Poesia: passione, libertà…
Scrivere di poesia è qualcosa che va oltre la passione, intesa come necessità di dire e dirsi, per colloquiare con un probabile fruitore e ri/creare con questi quelle atmosfere che vanno dal sogno alla realtà quotidiana.

I desideri di un poeta
Credo che i desideri di un poeta siano semplicemente gli stessi dell’uomo comune. Essere poeta non significa porsi o proporsi come un vate che tutto sa e tutto amministra. Egli desidera come ogni buon cristiano la pace, l’amore, la serenità, la possibilità di comunicare, e di interferire nei limiti del possibile con gli sviluppi culturali, sociali e politici della società che circonda.

Una tua definizione di poesia
La poesia è come un virus ancora sconosciuto alla scienza, un virus incurabile che si annida nelle circonvoluzioni cerebrali e corrode giorno dopo giorno, ora dopo ora, munito dopo minuto, stimolando la nostra psiche, il nostro sub conscio.

Il ruolo della poesia oggi
Già nella notte dei tempi la poesia è sempre stata la derelitta, l’arte che pochi ascoltano, anche se ha sempre tentato di urlare per interferire nella quotidianità. Oggi più che mai – e specialmente in Italia – la poesia viene considerata l’arte dei fannulloni, o quanto meno degli illusi, mentre essa dovrebbe e potrebbe suggerire gli elementi di rinascita e di rinnovamento , avendo la capacità di prevedere e leggere nel futuro.

Da dove viene la parola del poeta
Domanda alla quale è difficile rispondere. La parola del poeta è elegantemente dentro di se , è preesistente al pensiero, è il nucleo albicante del preconscio, che mira ad esternare quanto di meditativo esiste nella mente dello scrittore.

I tuoi poeti preferiti
Molti, forse troppi sono i poeti che ho preferito . Posso dire che ho letto centinaia di autori , nutrendomi di volta in volta delle esperienze creative di ciascuno. Il primo incontro è stato con le immortali poesie di Gabriele D’Annunzio, un autore che ha inciso senza alcun dubbio sulle mie prime composizioni. Poi uno dopo l’altro da Umberto Saba – che tenne a battesimo il mio volume “Ore del tempo perduto” (1953) – a Montale, da Quasimodo a Rebora, da Giovanni Raboni – ottimo amico e consigliere – a Turoldo. Insomma non ne posso indicare con precisione soltanto uno o due.

Almeno tre libri di poesia da cui non ti separeresti mai
Carducci, D’Annunzio, Saba

Un poeta sopravvalutato
Maurizio Cucchi

Un poeta sottovalutato
Franco Cavallo

La tua prima poesia
Ricordo che all’età di sette-otto anni scrissi una poesia a rima baciata su “Topolino”.

Il punto di partenza della tua poesia
Molteplici i riferimenti della mia ricerca poetica. Come ho detto Gabriele D’Annunzio è stato uno dei primi poeti assimilati, poi tra gli anni ottanta – novanta ho approfondito molto lo “sperimentalismo” , per il quale molte mie poesia ne portano il segno. In fine una certa leggibilità musicale distingue le mie ultime esperienze.

Un verso che avresti voluto scrivere
Da Dante Alighieri : “…lo tristo sacco/ che merda fa di ciò che si trangugia…”

La poesia che più ti rappresenta
Il volume “Candida” del 1985, con la prefazione del mai dimenticato Mario Pomilio

Il tuo ultimo libro
Fratture da comporre del 2009, un piccolo gioiello che ha avuto il riscontro di ottime recensioni da parte della critica ufficiale.

Le tracce tematiche che lo caratterizzano
Dominante il tema dell’amore, caratterizzato dalla eternità del sentimento che avvolge sia Eros che Thanatos. La vecchiaia incide sulle emozioni e la sensibilità, esperienze che tentano di sopravvivere in una disperata lotta contro il tempo

Una definizione della tua poesia
Non mi piace dare  “stigmate” alla mia poesia, perché secondo me la vera poesia è universale e non va catalogata in alcun modo.

Keats sostiene che il timone della poesia è l’immaginazione, la fantasia le vele, e l’invenzione la stella polare. Cosa aggiungeresti?
Mi piace dire ed immaginare che “l’inconscio è il luogo della poesia”.

La qualità che apprezzi maggiormente in una poesia
La musicalità, il ritmo, la leggibilità.

Il futuro della poesia
Spesso si sente dire che la poesia non ha futuro, ma essa invece continua a cantare , sostenendo il pensiero dei giovani autori.

Un consiglio ai giovani poeti
I giovani poeti dovrebbero innanzi tutto appropriarsi della “storia” scritta e vissuta dagli autori che ci hanno preceduto. Conoscere le varie fasi della sperimentazione, approfondire i testi, e leggere, leggere, leggere: leggere tutto quello che viene stampato, anche sulla carta igienica.

Un tuo dono (poetico) ai lettori di Lucani Art

Dialoghi (inedito)

Desidero tornare a quella dolce malinconia
che ci accompagnava per i viali,
tra rami e ciottoli , tra le erbe aromatiche
ed il muschio, nell’umido rincorrersi.
Simile a quello che un tempo era il procedere
del destino, per scommettere qualche fantasia,
che circondi gli spazi della oltraggiosa passione,
per non tenerla in agguato come un presentimento
insonne sul corrodersi del tempo.
Chiedo un salmo che colmi il cuore,
una voce che tuoni profezie
e appaghi la tortura dell’ira.
Il dialogo che Dio non concesse
nel migrare di ore ventose,
nelle infinite pagine bianche
tramutate in un buffo risuonare dell’ eco.
Oggi la luce delle tue pupille non è più capace
di giocare,
trasformando le nuvole in figure clandestine,
descritte come antiche pergamene.
Incorruttibili i capelli, nell’ora che cade,
vagheggiano sospetti e bagliori,
per tentare quella ebbrezza che non torna,
che rimpiangi per scomporre presenze,
per inseguire mordendo gli umori del destino.

(Antonio Spagnuolo)

(intervista a cura di Maria Pina Ciancio, esclusivamente per il sito internet LucaniArt Magazine)

8 risposte a “Spunti (di)versi con… Antonio Spagnuolo

  1. Un’intervista dove ritrovo punti in comune col mio pensiero.
    Bella la definizione di poesia come ‘virus ancora sconosciuto alla scienza’ 🙂
    un saluto,
    daniela

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  2. “… essa dovrebbe e potrebbe suggerire gli elementi di rinascita e di rinnovamento, avendo la capacità di prevedere e leggere nel futuro.” Molto ben detto Antonio. Credo che questo forte scollamento che viviamo oggi tra cultura e politica, cultura e società (disattenzione tu dici) sia alla radice di tanto malessere e disorientamento generale.
    Grazie per questo intervento. MP

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  3. Non si può non essere d’accordo con il contenuto delle risposte date in questa intervista. C’è in esse tutto un vissuto di cultura e di conoscenze dei “facitori” di poesia. Anche importanti, che hanno fatto scuola per la poesia e la critica poetica. Riguardo al “dono” poetico, è un ibrido con linguaggio raffinato che lega due tronconi, memoria/amore, che personalmente avrei tenuto separati.

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  4. belli questi versi trovati in rete:

    Di me non resta altro che l’accadere delle forme,
    sempre eguali,
    in un percorso che trattiene l’unica parafrasi
    di congetture,
    accattivante e violenta.
    Banalità che si realizza
    dopo l’insulto degli anni,
    una poesia senza soccorsi,
    precipitata in verbi, fremente,
    quasi una pazienza che blocca il tumulto,
    che precede il verso,
    per deformare il segno di follia
    che mi costringe.
    Il vuoto, l’assenza, ancora mi stupiscono
    lontani dalla scelta.
    _Antonio Spagnuolo_

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  5. Le risposte di Antonio Spagnuolo sono coerenti con la sua scrittura poetica. è ancora un riferimento in Campania, un bravo poeta che ha una forte umanità anche fuori dalla scrittura. conosce il senso dell’amicizia oggi sempre più svilito.
    domenico cipriano

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  6. penso che la poesia abbia davvero in sé un virus di vitale importanza: si lascia cor-rompere da tutto quanto ac-cade, per questo, penso,persino gli astrofisici moderni, ma anche gli studiosi di molte altre discipline, cercano nel suo cuore, e nelle radici della sua multiforme voce, ciò che la scienza non riesce a toccare.Grazie per la presentazione e per il percorso proposto,fernanda

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