Spunti (di)versi con… Stefano Raimondi

I POETI SI RACCONTANO (8)
Interviste sulla poesia a cura di M. P. Ciancio per il blog letterario LucaniArt Magazine

Poesia: passione, libertà…
Penso sempre alla poesia come ad un’esperienza delle esperienze, come ad un gesto dei gesti. Che sappia come radunare/comprendere in sé, il respiro e l’idea di un’utopia, di un sogno di un desiderio. Ma in questa visione apparentemente ideale, la concretezza della sua presenzialità è il segno di un radicamento concreto alla terra, alla vita. Si seminano passioni tra le poche parole che la poesia ha la possibilità di usare e, in  questa sua “povertà”, risiede l’efficacia della sua abbondanza. I poeti sono poveri per abbondanza e nella loro inattualità attiva, sanno come vedere il sole nella pozzanghera. Sì proprio come l’idiota che lo scorge in quel tremore e lo crede vero: non lo è realmente, ma lo è percettivamente. Alla poesia dunque bisogna credere, perché la sua parola è sempre una parola in udienza.

I desideri di un poeta
I desideri di un poeta non hanno più forza dei desideri di una qualsiasi altra persona. Hanno i loro picchi e le loro cadute come accade a tutti. Kafka diceva che il poeta è un uomo come un altro, capace di urlare in silenzio. Ecco forse è questo silenzio urlante/parlante ad essere la spinta originale del poeta: quella strana forma di possibilità che fa credere all’incredibile come all’impossibile. Scrivere poesie è tutto un desiderare. Si desiderano parole che sappiano fare cerchio, ritmo, armonia. Si desiderano parole tolte al loro buio e immerse in una luce che sappia resistere oltre la notte estrema della delusione, della disillusione. Si scrivono poesie per diventare come si desidera essere ed è per questo motivo che la poesia trema di fronte al potere. Dove c’è potere diceva Schelley, non c’è poesia ed è per questo che i poeti stanno ai margini di una centralità agente e furente.

Una tua definizione di poesia
Uno sparo!

Il ruolo della poesia oggi.
La poesia orienta gli orientatori dice Giancarlo Majorino e da questo grande nostro poeta ho imparato il senso di questo dire. Essa porta nella dimensione del vero per respiro e nell’autentico per necessità. Dalla poesia non ci si deve attendere nulla perché essa è attesa. Si resta in attesa di una parola che ci sappia radunare, coinvolgere, condividere; si resta in attesa di una parola che sappia ridare forza alla cosa pronunciata, pensata, proclamata: voluta. Nella sua magia e nella sua nominazione si nasconde il suo progetto infinito: il suo pensarsi al futuro.

Da dove viene la parola del poeta
Da un gesto di attenzione e da una dimensione intenzionale dell’esperienza. La poesia giunge dalla vita perché è nella vita che il respiro avanza per farci procedere, per farci sempre trasformare in altro e soprattutto in Altri.

I tuoi poeti preferiti
I miei poeti preferiti sono stati tutti i poeti che hanno saputo darmi ospitalità, che hanno saputo darmi un ambiente dove stare, un motivo per desiderare/continuare. La poesia crea poesia e i poeti che più mi hanno influenzato sono stati proprio quelli che mi hanno suggerito parole nuove come Ungaretti, Pavese, Celan, Bachaman, Jabès, Rilke, Sbarbaro e molti altri.

Almeno tre libri di poesia da cui non ti separeresti mai.
Il porto sepolto
di Giuseppe Ungaretti
Di soglia in soglia
di Paul Celan
Il libro delle interrogazioni
di Edmond Jabès

Un poeta sopravvalutato
Antonia Pozzi

Un poeta sottovalutato
Rocco Scotellaro

La tua prima poesia.
Il mio primo testo – che non chiamerei poesia – l’ho scritta a diciott’anni circa per una sorta di sublimazione emotiva.

Il punto di partenza della tua poesia
La città e la sua morfogenesi.

Un verso che avresti voluto scrivere
Un verso di Ungaretti tratto da “Il dolore” : E t’amo e t’amo ed è continuo schianto”.

La poesia che più ti rappresenta
Stretta
di Paul Celan. In questa poesia la parola diventa orma di un passaggio e di una testimonianza, ma soprattutto è il cantillare di un dolore vero e senza remissione.

Il tuo ultimo libro
Interni con finestre
, Ed. La vita Felice, 2009 appena uscito!

Le tracce tematiche che lo caratterizzano
Inquadrature di una città in situazione.

Una definizione della tua poesia
Dolcemente terribile

Keats sostiene che il timone della poesia è l’immaginazione, la fantasia le vele, e l’invenzione la stella polare. Cosa aggiungeresti?
Il vero!

La qualità che apprezzi maggiormente in una poesia.
Il suo sapermi rappresentare, il suo sapermi dare spazio di comprensione e di ospitalità.

Il futuro della poesia
Meraviglioso, come d’altronde è sempre stato il suo tempo di possibilità, di speranza e di resistenza. Essa ha superato catastrofi, terremoti, genocidi, essa ha continuato nonostante Auschwitz e questo perché il suo tempo è irrefutabilmente prossimo e venturo, sempre!

Un consiglio ai giovani poeti
Consigliere innanzi tutto di avere molta, ma molta pazienza, ma soprattutto di leggere molta poesia perché, come mi ha sempre detto la mia amica cartolaia e saggia: “Per dire dieci bisogna sapere mille”.

Un tuo dono poetico ai lettori di LucaniArt

Lascia che si avverino le mie profezie
che le ali degli uccelli taglino in due
il volo, che il Nord dimentichi
il suo punto e uno scaraventarsi d’onde
racconti la storia per intero, come
se a planare fossimo noi senz’aria
senza i corridoi sbadati delle correnti.

(da: L’Atalante – raccolta inedita)

(in alto Stefano Raimondi, foto di Maria Pina Ciancio, dicembre 2006)

(intervista a cura di Maria Pina Ciancio, esclusivamente per il sito internet LucaniArt Magazine)

16 risposte a “Spunti (di)versi con… Stefano Raimondi

  1. ottimo l’intervento poetico del’Utore che trovo acuto e raffinato, e “…se a planare fossimo noi senz’aria
    senza i corridoi sbadati delle correnti..” mi lascia un senso di poesia alata che (mi) coinvolge.. un plauso a m. p. ciancio per aver introdotto poeta di vaglia..
    r.m.

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  2. Mi piace questa intervista. ne condivido anche alcune affermazioni; ad esempio quella che la poesia è tutto un desiderare. E condivido anche la scelta del verso di Ungaretti: e t’amo e t’amo ed è continuo schianto. Non condivido il giudizio sulla sopravvalutazione di Antonia Pozzi; io ci avrei messo Alda Merini, com’è noto… Infine: “Grazie per il tuo lavoro; MPina”

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  3. Intervista squisita! Piaciute molto le definizione di poesia come desiderio, poesia come attesa sempre viva. Poesia come uno sparo. Molte verita’. Sorpresa dell’ottimismo rivelato nella definizione del futuro della poesia come ‘meraviglioso’. Bene bene.
    Saluti da una poeta che viene spesso scambiata per una tua parente 🙂
    daniela

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  4. ‘Scrivere poesie è tutto un desiderare. Si desiderano parole che sappiano fare cerchio, ritmo, armonia. Si desiderano parole tolte al loro buio e immerse in una luce che sappia resistere oltre la notte estrema della delusione, della disillusione’.

    grazie Stefano per il tuo prezioso contributo (umano e poetico), che ho apprezzato molto, così come i nuovi versi inediti di “Atalante”.

    Ti faccio inoltre i miei auguri più cari per i tuoi ‘Interni con finestre’ che, ricordo, ho avuto la fortuna di ascoltare recitati già nel lontano 2006.

    Un abbraccio Mapi

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  5. cON PIACERE RIASCOLTO LA VOCE DI UN POETA AMICO E MOLTO CARO COME STEFANO.Le sintonie le condivisioni, la formazione con amici storici e ambienti in comune sono forse la ragione a non la sola di come oggi siamo diventati..La fede però, anche se fede moderna, nella parola di poesia, è ancora di enorme attualità.
    Grazie, a MP e a Stefano.
    MPQuintavalla

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  6. sono arrivata in ritardo perchè mi sono un po’ documentata.Non conoscevo qusto autore e me ne dispiaccio molto, soprattutto perchè c’è una sensibilità condivisa con i punti tematici e prospettici da cui prende l’avvio il suo lavoro. Il corpo, poi, è per me l’elemento unificante, non intendendo il mio/nostro corpo individuale, ma quello ospitante, il guscio, in cui c’è ogni elemento del corpo visto in micro, senza per questo miniaturizzarlo.
    Ho preso nota , provvederò a mettermi in pari.Grazie per queste riflessioni.ferni

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  7. La poesia di Stefano Raimondi apre spiragli umani e domande e attese che condivido profondamente. È una poesia che mi
    parla, nonostante non dica tutto, anzi, si serve di quello che non è esplicito – forse perchè superfluo – per fare in modo che
    il lettore crei un senso. In un mondo in cui si sprecano tante parole per parlare di poche cose essenziali, la sua poesia mi pare
    controcorrente, mi sembra essenziale, vitale.
    Complimenti, una poesia che aggiunge qualcosa di sottile e importante nella vita del lettore…
    complimenti a Stefano, e grazie per il bel lavoro, prisca

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  8. Carissimi solo ora scopro i vostri commenti e vi ringrazio.
    Trovo nelle vostre parole lo spazio per una possibilità nuova di “fare” poesia. Grazie dunque, davvero!
    Stefano Raimondi

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  9. Segnalo l’uscita di una nuova raccolta poetica di Stefano:

    Per restare fedeli

    di Stefano Raimondi

    I testi che compongono questo libro sono stati scritti in un tempo particolare, segnato da un grande abbandono affettivo e da eventi stravolgenti a livello storico come: i fatti di Genova (G8), l’11 settembre, la Seconda guerra nel Golfo (Iraq).

    La guerra e l’abbandono stanno facendo opere.
    Quali riconoscere?
    Si tengono lontani i bambini dai confini:
    fanno paura ai sogni, alle trincee bruciate
    ai sì. Ci sono vicende umane che partono
    da qui, storie che sanno cosa prevedere.
    Fanno trincee i bambini: le fanno con gli stracci
    e le tengono, le lavano come ci fossero
    solo madri da coprire.

    Note sintetiche al volume

    * Pagine 96
    * Prezzo € 9,90 € 8,42 (sconto 15%)
    * Isbn 9788875802004
    * Collana Nuova poetica
    * Collocazione Poesia

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