Spunti (di)versi con … Andrea Di Consoli

I POETI SI RACCONTANO 11
Interviste sulla poesia a cura di M. P. Ciancio per il blog letterario LucaniArt Magazine

Poesia: passione, libertà…
“E soprattutto emersione: del corpo profondo, degli umori, dei linguaggi rimossi della tradizione, dell’inconscio collettivo. La poesia è sintomo della stupenda a allucinante malattia chiamata vita”.

I desideri di un poeta
“I miei desideri sono di uomo, non di poeta: essere vivo, stare in salute, avere sempre fame di mondo come ce l’ho adesso. E amare tutti i miei cari ogni giorno di più”.

Una tua definizione di poesia
“Scricchiolio di ossa, contrazione di muscolo, frattura, ictus, metabolismo alterato, tachicardia. Leggo la poesia come sintomo del corpo individuale e del corpo sociale e del corpo segreto delle tradizioni, anche quelle inconsce”.

Il ruolo della poesia oggi.“La parola ruolo non mi appartiene. La poesia è. Semplicemente accade”.

Da dove viene la parola del poeta
“Dal corpo”.

I tuoi poeti preferiti
“Alceo, Mimnermo, Catullo, Orazio, Marziale, Lucrezio, Tasso, Wordsworth, Villon, Belli, Frost, Strand, Sinisgalli, Penna, Pasolini, ecc. ecc.”.

Almeno tre libri di poesia da cui non ti separeresti mai.
“La Bibbia, soprattutto l‘Antico Testamento”.

Un poeta sopravvalutato
“Non saprei. Tra i contemporanei tanti, soprattutto certi poeti laureati milanesi, sempre così ispirati e gracili”.

Un poeta sottovalutato
“Tanti, forse tutti. Ogni uomo è sottovalutato e sopravvalutato allo stesso tempo”.

La tua prima poesia.
“Non ricordo. Forse l’ho scritta a quattordici anni, a Rotonda, a casa dei miei genitori. Scrivevo su una macchina elettrica che avevamo comprato in Svizzera. Scrivevo alla maniera di Scotellaro e Montale”.

Il punto di partenza della tua poesia
“Un ictus, uno sbandamento, l’apertura di uno spazio improvviso, un trasalimento. E’ un momento che devo cogliere in fretta. Spesso guarisce nel giro di pochi secondo. La perla è la malattia della conchiglia, non la sua salute”.

Un verso che avresti voluto scrivere
“’Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale’, di Eugenio Montale”.

La poesia che più ti rappresenta
“Non saprei”.

Il tuo ultimo libro
“Si chiama Quaderno di legno, è uscito qualche settimana fa”.

Le tracce tematiche che lo caratterizzano
“La dura carne, le dure parole che rimangono quando si cerca la verità senza infingimenti, e il culto dell’assenza di Dio”.

Una definizione della tua poesia
“Diretta, sincera, brutale, petrosa, carnale, non calligrafica”.

Keats sostiene che il timone della poesia è l’immaginazione, la fantasia le vele, e l’invenzione la stella polare. Cosa aggiungeresti?
“Credo solo nei sogni e nell’esperienza. E ovviamente m’inchino di fronte all’assurdo mistero dei sogni e della realtà”.

La qualità che apprezzi maggiormente in una poesia.
“Che si capisca, che sia sincera”.

Il futuro della poesia
“Non saprei”.

Un consiglio ai giovani poeti
“Di leggere e scrivere poesie sincere”.

Un tuo dono poetico ai lettori di LucaniArt
“E’ una poesia inedita che ho dedicato al mio amico Paride Leporace. E’ l’unica poesia che ho scritto nell’ultimo anno. E l’ho dedicata a un amico che sta facendo molto per la mia Lucania. Ci accomuna una elettricità costante, una disperazione che si fa ogni giorno ostinata volontà di acchiappare pezzi di mondo e di vita”.

a Paride Leporace

Tutte le cose che non lascino traccia, le parole non dette,
le cose accadute dentro di noi che si sono dimenticate,
le nostalgie, le fratellanze, la sete di mondo…
Tutte le cose fatte, che ci sono, e respirano,
stasera sorridono mentre sto solo nella città che accade.
Le abbiamo fatte col corpo che spinge verso il niente:
i figli, le città, le insegne al neon.
Scenderà tutto nel buio gioioso dove ci saranno tutti,
anche la sacra giovinezza, la sacra gioventù, i sacri figli, i sacri primi amori…
L’uomo deve farsi dio protettivo, stendere mani
e coperte sulla vita che si fa col corpo, col niente.
Il cuore è rosso di commozione ogni giorno,
qualcuno grida, qualcuno si spegne,
l’uomo deve ergersi a dio,
e dio necessariamente protegga tutta questa gioia, questo niente.

Roma, 3 Gennaio 2010

(Intervista a cura di Maria Pina Ciancio, esclusivamente per il sito internet LucaniArt Magazine)

12 risposte a “Spunti (di)versi con … Andrea Di Consoli

  1. La perla come malattia della conchiglia: mi ha fatto pensare all’interpretazione che ha dato Jaspers del vertice creativo di Hoelderlin, in quell’inizio di ‘800 in cui la sua malattia si preparava a far morire l’Autore per inverarne il verso. Credo che Di Consoli, che ha conosciuto la metropoli e il paesino ed il deserto di entrambi come la loro meraviglia, sia ‘dentro’ le cose che scrive. E ciò è tanto importante per la poesia quanto il fatto che vi siano ospiti della torre di Tubinga.

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  2. Mi ha colpito tantissimo sia la tua definizione di poesia, sia il suggerimento che dai ai giovani di scrivere poesie sincere, poesie che si comprendano, per non parlare della citazione di una delle poesie di Montale a mio avviso fra le più belle che siano state scritte sull’amore nel Novecento! Davvero bella, intensa e “sincera” anche la tua poesia. Sono orgogliosa di essere una tua conterranea. Grazie!

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  3. ” Nella città che accade “…che strepitosa definizione..
    stendere mani e coperte sulla vita…
    Grazie a questo Poeta assolutamente sincero e con un talento
    per la Fotografia..inusuale.
    Grazie a Maria Pia che l’ha selezionato, come ospite acuta e
    sensibile.
    Marlene

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  4. forse se non avessimo le scarpe e le strade fossero ancora bianche, forse se non avessimo la fretta e il tempo si misurasse con stagioni che declinano luce calore e colore,forse se avessimo parentela con tutte le cose della vita, della terra, del cielo, di ogni mondo che in corpo ci nasce e muore e si riforma,forse, forse direi che una scrittura nata da questo, è scrittura sincera, che si capisce,perché corpo del nostro e dunque non una scrittura alfabetica. Il corpo è la casa città metropoli e polo, è l’alfa cui corre dietro beta, a cui l’omega non tarda a dichiararsi, ma non c’è distanza, non c’è un altro mondo tra le sillabe, solo colature di un comune colore dello stesso abitato abito. Ma. Il tuo braccio, la presenza dell’altro, la cosa che sostanzia,la relazione che rende vitale l’essere, che permette di incontrare chi sei, di vedere chi potresti essere e persino lo scarto.
    Grazie della presentazione,ferni

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  5. Non sono riuscita a scriverlo prima, per una questione di tempo, ma
    Mauro mi ha preceduta nel sottolineare la bellezza di quella metafora della poesia-perla “che è la malattia della conchiglia, non la sua salute”.
    Ringrazio Andrea per queste sue accensioni illuminanti, sempre sostenute da una visione ampia e da uno sguardo lungo sulle cose. Augurissimi inoltre, per la nuovissima silloge “Quaderno di legno”!

    Aggiungo un saluto e un abbraccio carissimo a tutti gli amici di lucaniart e ai passanti che trovano il tempo per una sosta… Mapi

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  6. ottima presentazione di poeta dalle solide radici e tempra singolare nello scrivere, unica cosa che francamente non capisco è il perchè i poeti milanesi (certi poeti) vengano ad essere sopravvalutati quando, in realtà, c’è una ignoranza così diffusa in italia che mi sconcerta non poco… bondi passa per poeta!

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  7. La Poesia come “sintomo” della malattia della vita, ictus primigenio… un sintomo che si trasforma però subito in farmaco (questa almeno la mia impressione). E poi risposte secche e chiare, anche quando negano la risposta (sul futuro della poesia, sul poeta sopravalutato). Gradito incontro.
    Un caro saluto
    Antonio

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  8. Andrea di Consoli l’ho ascoltato mentre raccontava della sua esistenza, dell’esistenza della Lucania, del Sud che appartiene a noi tutti, e ho amato la lettura del Padre degli animali-non ho letto le sue poesie se non questa pubblicata nel sito di M.P.Ciancio:ha regola e radici molto salde, crede nella parolapoetica quale disvelamento della forza che l’esistenza impone/offre a chi della conchiglia costruisce le volute della difesa- la nostra terra ti sia amica- vincenzo

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