Spunti (di)versi con… Mario Fresa

I POETI SI RACCONTANO 11
Interviste sulla poesia a cura di M. P. Ciancio per il blog letterario LucaniArt Magazine

Poesia: passione, libertà…
…e stupore incomprensibile; e indicibile sempre.

I desideri di un poeta
I desideri di un autentico poeta sono vòlti alla contemplazione disinteressata della bellezza;
e a dimenticare se stesso.

Una tua definizione di poesia
La poesia è un’accecante apparizione.

Il ruolo della poesia oggi.
Quello di sempre: dire la vita, con tutto il suo carico di verità, di gioia adamantina e di terrore; proiettarne l’acuta sua meraviglia; incamerarne la potenza.

Da dove viene la parola del poeta
Proviene da qualcosa che gli è, contemporaneamente, familiare e sconosciuto, e che non può essere detto altrimenti che con i versi.

I tuoi poeti preferiti
Dante, Baudelaire, Leopardi, Pascoli, Eliot, Mandel’štam, Wilcock, Caproni, Rosselli.

Almeno tre libri di poesia da cui non ti separeresti mai.
Gli Inni omerici; i Canti di Leopardi; la raccolta garzantiana delle poesie di Mandel’štam, nella meravigliosa traduzione di Serena Vitale.

Un poeta sopravvalutato
Alfonso Gatto, poeta melenso e sentimentale, ha goduto, a suo tempo, di una fortuna critica sicuramente eccessiva. Oggi, trovo Cesare Ruffato  particolarmente noioso e sopravvalutato (più che altro da se stesso).

Un poeta sottovalutato
Un grande poeta veronese scomparso tragicamente: Giuseppe Piccoli.

La tua prima poesia.
Non la ricordo.

Il punto di partenza della tua poesia
L’affioramento improvviso di qualcosa che sembra inevitabile, necessario.

Un verso che avresti voluto scrivere
Cito tre splendidi versi di Michelangiolo Buonarroti, tratti dalle sue Rime:

Se tu incateni altrui senza catena,
e senza mane o braccia m’hai raccolto,

chi mi difenderà dal tuo bel volto?

La poesia che più ti rappresenta
Il gelsomino notturno
di Pascoli, per il suo misto di tenerezza e di vertigine estrema, di incanto e di desiderio.

Il tuo ultimo libro
Il poemetto Alluminio, edito da LietoColle.

Le tracce tematiche che lo caratterizzano
Un’indagine, meravigliata e ansiosa, di quel particolare limbo in cui ci si trova, allorquando si è sospesi tra la veglia e il sonno.

Una definizione della tua poesia
Silenziosa; notturna.

Keats sostiene che il timone della poesia è l’immaginazione, la fantasia le vele, e l’invenzione la stella polare. Cosa aggiungeresti?
Aggiungerei che toccare il porto non andrebbe visto come il risultato più auspicabile; meglio sarebbe, invece, andare incontro a un naufragio assoluto, capace di scioglierci dal nostro piccolo io e di proiettarci nella direzione di uno sguardo puro, obiettivo, distaccato.

La qualità che apprezzi maggiormente in una poesia.
La capacità di spingere il lettore-ascoltatore proprio in quella direzione che ho cercato di descrivere sopra.

Il futuro della poesia
Quello di sempre: continuare a essere lo strumento ideale per interrogare il dicibile e l’incomunicabile.

Un consiglio ai giovani poeti
Leggete. Scrivete. E poi, dimenticate tutto,  ricominciando daccapo.

Un tuo dono poetico ai lettori di LucaniArt

Un testo del 2008:
*
C’è una visione, qui, di fedeltà, di un odorare

silenzioso che ricade come fuoco
tra le spalle; e che già imbroglia,

adesso, la forma dell’attesa.
Permetti che sia questa, la risposta?
Sulla porta segreta i corpi annunceranno
nuovi nodi e nuove resistenze:

ma tu non hai lasciato che una distratta veglia,
una povera cena, un paradiso.
(Mario Fresa)

(intervista a cura di Maria Pina Ciancio, esclusivamente per il sito internet LucaniArt Magazine)

20 risposte a “Spunti (di)versi con… Mario Fresa

  1. Grazie, caro Mario, gentile Maria Pina e cari amici, per questa bella, nitida, illuminante intervista. E per la toccante poesia che la chiusa (e che apre tante emozioni e riflessioni).
    Un augurio e un saluto dalla tua/vostra Mariella Bettarini

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  2. La poesia proietta la meraviglia della vita …così il poeta ne è artefice e responsabile 😉
    Condivido in pieno che la poesia sia un’accecante apparizione. L’ho scritto più volte, anche in uno dei miei ultimi testi…’Di autore ignoto’

    Saluti
    Rina Accardo

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  3. si ritrova l’essenzialità critica di Mario Fresa anche in questa intervista. Particolare piacere mi ha fatto la citazione del “Gelsomino notturno”, un testo capitale che andrebbe insegnato nelle scuole, basti ricordare la lettura magistrale che ne fece Angelo Marchese. A parte questo direi, richiamando la sua prima risposta, che Mario è poeta niente affatto “stupito”, direi semmai un lirico con i piedi per terra, che non “imbroglia” e non si fa “imbrogliare” dalla forma,come dimostra la chiusa della poesia che ci ha regalato.
    saluti

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  4. un poeta schietto, a tutto tondo, che mi ha fatto piacere incontrare grazie alla tua acuta intervista, MariaPina.la sua poesia ha quell’alone fuggevole indicibile che, appunto, la connota di essenza poetica. auguri di cuore a
    Mario Fresa

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  5. Grazie a Mario Fresa, al suo intervento diretto sulla poesia. Poche parole dette, che dilatano a dismisura il senso della poesia. Buon lavoro.
    Luigia Sorrentino

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  6. ottimo intervento di mario fresa a cui mi accomuna il sentire i colori nell’atto poetico, poi cita omero e maldel’stam (traduzioni di serena vitale, una reinterprete forse più che tradutttrice) e leopardi… che altro dire se non che ha la capacità di muoversi con sapienza in quei labirinti tracciati da questi Autori citati?

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  7. Una sintesi illuminata e sognante sul cosa sia la poesia, per chi la vive e ne fa versi, come per chi la assapora, facendosi toccare da quegli stessi versi.
    Ed una parentesi aperta sul poeta…
    I miei migliori auguri a Mario Fresa, perchè la poesia resti sempre polla della sua armonia…
    Rita Fresa.

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  8. Il grande rispetto e l’amore sincero di Mario Fresa per la poesia traspaiono anche dalle risposte a questa intervista. Mario dimostra di avere idee chiare e nette. Ma non dimentica il dono delle lievità, e la consapevolezza che la poesia non offre risposte agevoli o assolute, ma, piuttosto, invita ad una ricerca continua, nella direzione che conduce a “interrogare il dicibile e l’incomunicabile”. Buon lavoro a Mario e buona ulteriore ricerca all’insegna di nuove visioni di fedeltà alla poesia.

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  9. Di Mario, ho da subito notato l’accuratezza dei suoi trattati critici e la generosità dimostrata nell’impegno poetico-culturale, che credo rappresentino ulteriori aspetti trainanti il suo (condivisibile) “punto di partenza”, dichiarato come “inevitabile e necessario”.
    meteosès

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  10. Alta
    e, da sempre, all’insegna (direi) di uno “stupore incomprensibile” è l’amore, o piuttosto la passione, di Mario per la poesia, come peraltro emerge da questa bella intervista, da queste sue limpide e così illuminanti considerazioni intorno al fare poetico. Da esse, si delinea chiaro il ritratto del poeta, l’ “accecante” freschezza del suo dire, finanche il piglio disinvolto del critico, ma, ancor più, mi preme segnalare la sua appassionata vocazione poetica; vocazione – e non mi sorprende – costantemente protesa verso la necessaria interrogazione (come dice egli stesso, e pienamente approvo) sia del “dicibile” che dell’ “incomunicabile”.
    Complimenti, Mario, e auguri.
    (D.S.)

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  11. È vero, la poesia è davvero molto bella. Mario possiede almeno due o tre timbri poetici diversi, a conferma della ricchezza del suo immaginario e della capacità di misurare la scala emotiva del verso in valori millesimali. E’ come un cantante lirico con un’ugola intercambiabile. Quando vuole essere celestiale ne adopera una, quando vuole calarsi nel mondo terrifico della materia un’altra e poi un’altra ancora. Questo penso che sia il suo tratto distintivo, se si considera che tutte le voci hanno la stessa tenuta e sono capaci di associazioni verbali imprevedibili. Penso che Gatto sia un poeta troppo lontano, incardinato in una storia gloriosa ma non più attuale (quella dell’Ermetismo storico degli anni ’30 e ’40 del Novecento), per essere sopravvalutato. Io stesso posso testimoniare che tanti miei amici sparsi in tutt’Italia non ne conoscono neanche l’esistenza, o al massimo ne hanno una conoscenza di seconda mano, considerandolo ormai un pezzo di storia della letteratura che non è più la nostra. Ma che esistano poeti che fanno di tutto per mettere la bandierina del proprio nome un po’ più in alto degli altri… questo chi lo può negare? Mario è stato puntualissimo in questa intervista. Chi ne conosce il lavoro, e ho il piacere di essere un po’ anch’io fra questi, un lavoro variegato e di largo respiro, sa che la sua motivazione poetica principale è proprio quella della bellezza, della purezza, della vita come valore assoluto. Grazie a Maria Pina e a agli amici di Lucaniart per averci riproposto le ragioni di questo poeta.

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  12. Sempre concreto nelle sue risposte, Mario Fresa, ha tracciato velocemente un quadro della sua idea di poesia, condivisibile, in particolare sul ruolo della poesia oggi: “Quello di sempre: dire la vita, con tutto il suo carico di verità, di gioia adamantina e di terrore; proiettarne l’acuta sua meraviglia; incamerarne la potenza….”.
    Circa Alfonso Gatto. condivido con Di Spigno quando ritiene “che sia un poeta troppo lontano, incardinato in una storia gloriosa ma non più attuale (quella dell’Ermetismo storico degli anni ’30 e ’40 del Novecento), per essere sopravvalutato”.
    Grazie a Mario per la sua chiarezza, e la freschezza sulla visione della poesia di oggi.

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    • Sulla questione Gatto, vi invito a rileggere più attentamente la mia risposta: non ho assolutamente detto che oggi è sopravvalutato; ho detto, invece, che a suo tempo (e sottolineo A SUO TEMPO) egli ha goduto, secondo me, di una fortuna crtica eccessiva, se rapportata al suo reale valore poetico.
      Mai parlato di una sua sopravvalutazione oggi.

      Grazie a tutti, di nuovo, e buona poesia

      M. F.

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      • Peraltro, ricordo ai lettori che l’opera omnia di Gatto è uscita per la Mondadori solo nel 2005, un anno prima del trentennale della morte. Se questa è sopravvalutazione!
        D.S.

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      • Caro Daniele,
        ti invito a informarti, prima di tutto, sulla grande fortuna editoriale e critica di gatto, il quale – quando era in vita – ha pubblicato parecchi libri con Vallecchi e con la Mondadori e non è stato certo rivalutato post-mortem…
        In ogni caso, sottolineo il fatto che non ho detto che si tratta di un poeta sopravvalutato oggi, ma – ripeto – che lo è stato a suo tempo (e “a suo tempo” non mi sembra un’espresione difficile da comprendere).
        Se si leggessero le risposte con un minimo di attenzione e meditando qualche istante, non si lascerebbero commenti che non c’entrano nulla con quanto è stato dichiarato.

        M.F.

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  13. Ciao Mario, ho trovato davvero molto bella la tua poesia, molto; se mi consenti ha la delicatezza del Montale che amo di più e l’incisività ermetica di Luzi. Ma tu non necessiti di essere paragonato, il tuo valore di Poeta e di critico sono ben evidenti. sono ancora più orgogliosa di essere stata antoliggizzata a tua cura per L’Arcafelice. Grazie a te e a Maria Pina per questa limpida emozione.

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