Pollino: canto spirituale e incanto della Natura

“Accanto a me, inedito angelo, sognai un alto pino loricato, a guardia del magico pianoro. O a scudo di un’ignara, fragile “donna da combattimento?”

gfrancescatoAlcuni luoghi hanno auree ispiratrici di suggestioni e poesie. Estasi e sogni si plasmano sotto la possente spinta di un magma sconosciuto e imperioso, che aleggia primordiale e invincibile nella Natura. E la morsa indomabile dell’incanto infinito ed eterno esalta sino allo sfinimento dei sensi. E per Grazia Francescato, donna coraggiosa, antesignana del movimento femminista italiano e leader ambientalista, è proprio il Pollino uno degli arcani spazi dove l’anima incontra il sublime.

“… mi ritrovai d’improvviso, dopo una lunga traversata tra faggete, nel bel mezzo di un vasto pianoro. Era una vallata sospesa nel cielo, chiusa in un silenzio arcano, dominata da poderosi dossi di roccia. Alti sulle rupi, schierati come ranghi guerrieri si levavano immobili i pini loricati. Le scaglie dei tronchi rilucevano al sole come armature. Folgorata, mi fermai per qualche secondo, senza fiato. Avrei voluto inginocchiarmi, restare per ore a contemplare quel cerchio perfetto di pietra e di luce. Sentivo di essere sulla soglia di una rivelazione, di un segreto antichissimo che quell’immoto calice di roccia conteneva e preservava da sempre…”

Nello scenario incontaminato del Pollino, e in altre località “marginali” del mondo si sviluppa tra folgorazioni, intuizioni e struggenti incontri il libro di memorie della Francescano. Episodi di una vita spesa –come precisa nella prefazione Guido Ceronetti- “nel disperatissimo combattimento per salvare qualcosa che ancora abbia sapore di vita in un mondo che si sta ferocemente garottando con le proprie mani.”

Una delle tappe salienti del viaggio avviene proprio in Lucania, ma la testimonianza della Francescato assume un valore più ampio della semplice oleografia. Nel suo viaggio esistenziale la Francescato traccia anche una nuova mappa dello spirito, che si intreccia e si sostanzia in un rapporto più intimo e diretto con la Natura. Una parola chiave dell’ambientalismo “wilderness”, dal recondito significato di natura intatta e spazi ampi, racchiude questa tensione emotiva di nuove dimensioni, ma con Grazia Francescato questo termine diviene più profondo, racchiudendo il senso di serenità interiore. Il movimento Wilderness nacque negli Usa, alla fine dell’800, quando la corsa al mitico west era terminata e la conquista degli spazi ignoti oramai solo un ricordo. Se la wilderness dei primi coloni e dei puritani era un territorio sconosciuto, da conquistare e sottomettere, conclusa la grande corsa verso il Pacifico diviene uno dei tratti distintivi del nuovo Paese e si tramuta in un patrimonio storico della cultura americana da preservare. Le percezioni umane e lo smarrimento emotivo di fronte alla Natura sono presenti anche nelle radici culturali europee. La sensazione di benessere spirituale all’interno della natura, infatti, determinò la nascita del movimento romantico inglese. Il Distretto dei Laghi, in Cumbria, regione settentrionale della Gran Bretagna, divenne la fonte ispiratrice di eccelsi poeti e artisti come William Wordsworth, il cui motto era “vivere semplice, pensare elevato”, Samuel Coleridge, John Keats, Thomas de Quincey, Walter Scott, John Ruskin.

E proprio in questa “bellezza inarrivabile” di boschi, laghi e brughiere si plasmò il manifesto del romanticismo inglese, le “Ballate liriche”, firmate da Wordsworth e Coleridge. Sempre Wordsworth con il suo libro “Preludio”, possente riconoscimento al fascinoso mondo naturale e arcaico della Cumbria, alimenterà in tantissimi giovani poeti e scrittori una sorta di “ninfolessia”, come la definisce Thomas De Quincey, tra i primi ad essere attratto da quella dolce e languida malattia spirituale, presente anche nel libro “In viaggio con l’Arcangelo” con tutta la sua ammaliante\devastante potenza.
Grazia Francescato “In viaggio con l’Arcangelo” Idealibri, novembre 2000

Raffaele Grimaldi

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