Spunti (di)versi con… Ivano Mugnaini

I POETI SI RACCONTANO 19
Interviste sulla poesia a cura di M. P. Ciancio per il blog letterario LucaniArt Magazine

Poesia: passione, libertà…
Spesso le due componenti si sovrappongono: la passione della poesia per la vita (anche nel dolore, e nonostante il dolore) è la forma estrema di libertà che il poeta paga sulla propria pelle ogni giorno, con ogni verso ed ogni gesto.

I desideri di un poeta
Esprimersi, esistere: in questo nostro tempo, come in tutte le epoche passate, la presenza del poeta è scomoda, fuori schema; proprio per questo è necessaria.

Una tua definizione di poesia
Ci sono infinite forme di poesia, sulla pagina e nella vita. La definizione, forse, è nella ricerca stessa, nel cammino, nel viaggio. La passione di ciascuno trova forma e misura nell’atto del farsi, nel rendersi individuale ed identificabile, nella lotta per l’autonomia dell’espressione.

Il ruolo della poesia oggi
In apparenza marginale. In realtà fondamentale: è nei margini, nelle aree appartate che nascono fermenti di resistenza e cambiamento. Il poeta appare innocuo. Eppure, se andiamo a leggere la storia, i poeti sono sempre stati ferocemente perseguitati da tutti i regimi. Perché il potere percepisce per istinto ciò che propone qualcosa di alternativo, e, dal loro punto di vista, eversivo: la libertà vera, il pensiero.

Da dove viene la parola del poeta
Dalla mente e dal cuore, è la risposta più logica. Ma forse sarebbe più esatto dire che viene dai milioni di cellule che costituiscono il più arcano e fascinoso dei misteri: l’essere umano, misero, imperfetto, e tuttavia capace di creare un canto, un’armonia, concependo universi.

I tuoi poeti preferiti
Dovrei citarne molti. Faccio sicuramente torto a qualcuno citando solo un paio di autori stranieri ed altrettanti italiani: Brecht, Garcia Lorca, Caproni, Bertolucci. Ma, ripeto, moltissimi sono i debiti che ho, e la riconoscenza, nei confronti di molti altri autori letti e assimilati.

Almeno tre libri di poesia da cui non ti separeresti mai
Altra domanda difficile: avrei bisogno di una robusta valigia. Ma, per coerenza con la risposta precedente, cito Il libro delle devozioni domestiche di Brecht, Poeta a New York di Lorca e Congedo del viaggiatore cerimonioso di Caproni.

Un poeta sopravvalutato
Non ci sono poeti sopravvalutati. O meglio, ci sono; ma ogni lettore ha negli occhi e nella mente il potere di rimettere le cose al giusto posto.

Un poeta sottovalutato
Come sopra: i lettori possono sempre, in qualsiasi momento, ristabilire l’equità.

La tua prima poesia
Si intitolava “Io esisto”, e fu scritta sull’onda di un entusiasmo puro, incondizionato. All’epoca fu apprezzata e inserita nell’antologia del Premio “Lerici-Pea”. Oggi non sono in grado di rileggerla senza un sorriso di sorpresa, e di disagio: mi chiedo se l’ho scritta veramente io. Spererei di potermi rispondere di no. Ma, in realtà, è stato un primo passo, un necessario momento di partenza e di passaggio. Oggi, invece di “Io esisto”, probabilmente scriverei “Io resisto”.

Il punto di partenza della tua poesia
L’osservazione del reale. Ho bisogno di un dato di fatto concreto che ho visto o ascoltato per poi spaziare provando a cogliere una prospettiva più ampia. Non riesco a scrivere testi onirici né esclusivamente descrittivi. Ciò che scrivo è ciò che colgo del mondo attraverso i sensi e con un tentativo di ragionare, o di arrendermi, con qualche tentativo di resistenza, all’insondabile.

Un verso che avresti voluto scrivere
Moltissimi, e nessuno in particolare. Tutti i versi autentici e intensi che ho letto sono dentro di me; e spero di poterli ritrovare, come un riflesso di luce, nel prossimo verso che scriverò.

La poesia che più ti rappresenta
Ogni testo rappresenta un momento, un’epoca della vita. Ma, anche per fare riferimento a quanto ho detto parlando del punto di partenza della mia poesia, proporrei il testo dal titolo “Strade”: per la commistione tra realtà tangibile, asfalto e cemento, con l’aspirazione al volo, del corpo e del cuore, per quanto possa costare.

Il tuo ultimo libro
Si intitola Inadeguato all’eterno, ed è stato pubblicato da Felici Editore, a cura del Premio “Orfici”, dedicato a Dino Campana.

Le tracce tematiche che lo caratterizzano
Credo che il titolo dica già qualcosa: esplora la finitezza, la caducità umana, l’imperfezione innata; vista però non come sconfitta, ma come ricchezza. Il corpo e la mente, soggetti al tempo, creano giorno per giorno una forma di bellezza, anche nell’errore. Andare avanti nonostante tutto è il dono dell’uomo, il miracolo alla sua portata.

Una definizione della tua poesia
Non è facile rispondere: c’è, come detto, mutamento, pur nella costanza di alcuni temi. Direi che è una poesia che per cercare il succo, l’emozione, passa, volente o nolente, attraverso il vaglio della ragione, per poi ammettere, a volte con ironia, il predominio del mistero affascinante chiamato vita.

Keats sostiene che il timone della poesia è l’immaginazione, la fantasia le vele, e l’invenzione la stella polare. Cosa aggiungeresti?
Sono d’accordo. Non credo necessiti aggiungere altro.

La qualità che apprezzi maggiormente in una poesia
Ci sono poesie diversissime tra di loro, eppure tutte degne di attenzione. L’elemento in più, a mio avviso, ritengo sia l’istante in cui leggendo una lirica ben scritta e pensata, ti scopri a sorridere, senza quasi accorgertene. E’ un sorriso di gratitudine: nasce nell’attimo in cui trovi nei versi il tuo stesso dolore o la tua stessa gioia, e per un attimo ti sembra di cogliere un bagliore, una luce nella foschia. Non ne identifichi con chiarezza i contorni, ma sai per istinto che è la poesia stessa: ciò che distingue il senso dall’assurdo, la bellezza dalla morte.

Il futuro della poesia
Credo sia identico al presente e al passato: esistere, lo ribadisco. E non è poco. In modo sotterraneo, quasi clandestino. Fino al momento in cui verrà compreso che la poesia non è sterile gioco di gruppi di appassionati, ma, al contrario, una caratteristica innata dell’uomo.

Un consiglio ai giovani poeti
Seguire la propria ispirazione, senza smettere di provare meraviglia di fronte a tutto il bene e tutto il male che vedono e percepiscono. E senza cedere a facili compromessi.

Un tuo dono poetico ai lettori di LucaniArt
Un mio testo scritto di recente:

Il grado zero

VLADIMIR: Questo ci ha fatto passare il tempo
ESTRAGON: Ma sarebbe passato in ogni caso
VLADIMIR: Sì, ma non così velocemente

S. Beckett, Aspettando Godot

Arriva un momento in cui tutto ciò
che rimane è attesa, sospensione,
grado zero della vita. Diventa colpa,
allora, perfino muovere le dita goffe
della speranza, dirigere il cuore verso
l’idea di un cielo chiaro, arioso, un morso
di pane, una briciola, un sorso residuo
di vino.
Ma più colpevole e più tenace è
l’udito, fisso sul legno della porta,
inchiodato, crocifisso, appeso
ad un battito, un tocco ansioso,
incerto, furtivo: forse il tonfo,
l’incedere cieco del destino;
forse il calore, sincero, di una mano.

 

 *

La speranza di settembre

Ora che sono finiti gli spunti antichi
e le idee adeguate annotate con cura
hanno ridisceso una per una scale di ferro
senza ringhiera, ora che perfino l’afa
lascia spazio alla coscienza della sera,
sarebbe tempo di scrivere solo del tempo,
come un naufrago che si innamora
dell’acqua che lo strangola e si abbandona
ad occhi aperti ad un infinito abbraccio.
Sarebbe tempo di percorrere le strade
dei perché lasciando a casa le borse
dei come, cercare una voce, una chiave
nelle ossa spezzate dei cani o nella carne
soffice di ghignanti puttane. Sarebbe tempo,
se il tempo non fosse fragile, imperfetto,
regolato da cronografi tarati male, ancora
soggetti a salti e arresti, orgogli e terrori,
costretti a fare algebra dell’aritmetica,
sbagliando i più elementari teoremi,
contenti, in fondo, di fallire gli schemi
essenziali, le basi, i calcoli, le proporzioni,
felici, nonostante tutto, di sprecare un’altra
estate fingendo di studiare, per poi tornare,
assetati, vibranti, al primo giorno di scuola,
immutabilmente, finché sussiste la speranza
di settembre.

(intervista a cura di Maria Pina Ciancio, esclusivamente per il sito internet LucaniArt Magazine)

12 risposte a “Spunti (di)versi con… Ivano Mugnaini

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  2. Ciò che maggiormente mi attrae in quanto è scritto, l’intervista ed i testi, sono tre espressioni in particolare: “Io resisto”, “Inadeguato all’ eterno”, “la speranza di settembre”. Penso che queste parole denotino in modo peculiare la poetica di Ivano Mugnaini tenacemente ancorato all’ esistere, ma, al tempo stesso, tentato dall’ infinito!

    Un saluto,

    Rosaria Di Donato

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  3. Conosco meglio Mugnaini come prosatore(eccellentissimo) che come poeta.Anzi, forse questi sono i primi versi suoi che leggo.Mea culpa. Anche in quanto poeta mi sorprende!Vorrei approfondirne la conoscenza.
    Grazie, Maria Pina, della bella proposta.
    lucetta f.

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  4. Il tempo, ecco ciò che mi colpisce dei suoi testi. Un tempo che sembra non restare imbavagliato e imbrigliato tra le parole e tra gli argini o i corsi dei pensieri. E, ancora, mi colpisce quel sentirsi accampati, non accasati, in palazzi delle metropoli, ma nelle retrovie del pianeta interiore, fattosi di sasso e vibrante allo stesso tempo, osso memoria e temperata freccia che scrive, in un tempo che porta oltre l’attimo in cui viene scoccata e quello in cui colpisce il bersaglio.Grazie a entrambi, ferni

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  5. Mi riconosco in molte delle parole di Mugnaini e in particolare in questo:
    Il futuro della poesia
    Credo sia identico al presente e al passato: esistere, lo ribadisco. E non è poco. In modo sotterraneo, quasi clandestino. Fino al momento in cui verrà compreso che la poesia non è sterile gioco di gruppi di appassionati, ma, al contrario, una caratteristica innata dell’uomo.
    Cordiali saluti
    Maria Gisella Catuogno

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  6. Molto interessanti e gradite le considerazioni di chi ha letto e commentato l’intervista. Non è facile parlare in astratto di quella specie di alchimia chiamata poesia. Ma le vostre letture hanno colto nel segno, le ho sentite affini, in particolare per i riferimenti al tempo, e al necessario incontro-confronto con questa entità che abbiamo creato (con un’idea un po’ autolesionistica, seppure necessaria) al cui ritmo, per quanto possibile, conviene provare a danzare. Grazie a Eleonora, a Rosaria, a Lucetta, a Ferni, a M. Gisella, e a Maria Pina, per le domande mai banali, e per l’ospitalità in Lucani Art Magazine. Un caro saluto e a presto rileggerci, Ivano

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  7. La poesia come ricerca e come viaggio.
    I poeti citati, specialmente Caproni.
    L’attenzione al reale.
    La rititolazione (‘io resisto’) della prima poesia.
    I versi offerti.

    E’ quanto condivido e mi ha colpito.
    Saluti ad Ivano e Mapi
    Antonio

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  8. Un’intervista che salta all’occhio come vera e di grande riflessione. Condivido con Ivano l’amore per Lorca, che rimane uno dei piu’ grandi poeti di tutti i tempi (inoltre che esemplare drammaturgo…) In particolare, trovo “Poeta en Nueva York” un capolavoro: estremamente moderno come tematiche e linguaggio, nonostante sia stato scritto quasi un secolo fa. E’ strabiliante quanto sia stato innovativo! Purtroppo non e’ uno dei libri piu’ conosciuti di Lorca, ma lo ritengo infinitamente superiore ai suoi, piu’ conosciuti, poemi gitani.
    un caro saluto a Ivano e a Mapi,
    daniela

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  9. Di Ivano mi piace la discrezione silenziosa del suo agire e del suo scrivere. La ricerca onesta, pacata e rigorosa che ho avuto modo di apprezzare nei suoi scritti, sopratutto nell’ultimo “Inadeguato all’eterno”, che ho apprezzato nella vertigine tutta della sua bellezza esistenziale.

    “la poesia è la certezza di nessun potere”

    infinitamente gazie Ivano, per questi tuoi commenti e per il dono poetico del tuo pensiero (sentito e pienamente condiviso)

    Mapi

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