Giuseppe Pedota è morto il 15 maggio 2010. Era nato nel 1934 a Genzano di Lucania. Esordisce come pittore e scultore, produce opere di architettura, conosce e frequenta poeti e scrittori come Borges e Dino Buzzati, viaggia tra Milano, Cremona e Roma. È un artista inquieto e insofferente del clima di conformismo artistico e politico che vige in Italia negli anni Sessanta e Settanta. La sua pittura ama il gesto stereometrico e i cromatismi ad estesa campitura. Nel campo della poesia, nel 1995 entra a far parte della redazione della rivista romana di letteratura «Poiesis» che conta tra i suoi redattori poeti come Giorgio Linguaglossa, Lisa Stace, Maria Rosaria Madonna, Dante Maffìa, Laura Canciani con i quali redige e firma sul n. 7 della rivista nel 1995 il «Manifesto della Nuova Poesia Metafisica». Nel 1996 pubblica Equazione d’infinito (Roma, Scettro del Re); nel 1999 pubblica il poema I vincoli dello spazio (Roma, Scettro del Re). Sul numero 22 di «Poiesis» appaiono gli inediti di Lucania lucis e, nel 2005, il numero speciale (n. 32) di «Poiesis» raccoglie i suoi scritti poetici con una scelta di saggi critici sulla sua poesia. Nel 2007 pubblica il saggio La nuova poesia ontologica (Faloppio, LietoColle) – una riflessione sulla poesia di Giorgio Linguaglossa. La poesia di Giuseppe Pedota, scritta negli anni Settanta, viene pubblicata negli anni Novanta con venticinque anni di ritardo; è una poesia di stampo modernista, nel solco della poesia di Angelo Maria Ripellino e di Helle Busacca; un discorso lirico di ampie campiture metriche e timbriche in aperta contro tendenza rispetto alle diramazioni minimaliste della poesia del tardo Novecento. Il 5 giugno le ceneri del poeta lucano saranno deposte nel cimitero di Genzano di Lucania, in quella occasione, in onore dello scomparso, i poeti Dante Maffìa e Giorgio Linguaglossa terranno una orazione funebre (…)
dal sito della LietoColle http://www.lietocolle.info/it/giuseppe_pedota_l_ultimo_saluto.html
Un frammento, versi di Giuseppe Pedota, a ricordo
Lucania
…
qui ancora nei meriggi arsiagostali
l’amico “cogitans”
maitre à penser della contrada
fons bandusiae
vede orazio scendere dai fianchi
d’una lucida mula di massari
a cogliere nel vaso delle mani
la sorgente dei suoi amori illusi
queste sere di anabasi lucane
basterebbero
a declinare una vita
sospese senza odore di tempo
…
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Non conoscevo questo poeta. Ho letto ora per la prima volta qui i suoi versi, bellissimi, ricchi di luce e di tempi. Una visione.
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giuseppe era un grandissimo artista ed un grande amico . le giornate passate insieme saranno sempre tra i miei ricordi più cari .ciao pepè Stefano Cavadenti
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Grande umanità e grande talento . Una mosca bianca . La bellezza della sua anima era la bellezza dei suoi quadri. Figuriamoci come poteva essere in sintonia con le mafie del suo ambiente …
Mi ritengo fortunato di averlo frequentato per venticinque anni , caro , carissimo Pepè .
leopoldo attolico
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Da pochi giorni o saputo della tua scomparsa , e sono rimastas molto male, e solo il pensiero che un mese prima della tua scomparsa dopo tanto temo ti o rivisto, non riesco ancora a crederci . Ci mancherai Giuseppe il GRANDE .
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Poeta, pittore e sculture che ha dato lustro alla nostra Terra.
Condoglianze al fratello Franco, amico della mia infanzia.
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Ho scoperto per caso questa pagina e l’annuncio della morte del poeta Pedota ha attirato la mia attenzione.Leggere i suoi versi, sopra riportati in sua memoria,è emozionante poiché l’amore che nutriva per la sua terra era grande.
Versi stupendi come:
“Queste sere di anabasi lucane
basterebbero
a declinare una vita
sospese senza odore di tempo”
Sospese senza odore di tempo, come le sue poesie;
Pedota ha lasciato questo mondo, ma le sue poesie sono la traccia indelebile della sua anima che ce lo ricorderanno sempre.
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