Autoritratto poetico di Alessandro Ramberti

[III] –Rubrica “Profili” a cura di M. P. Ciancio

(foglio poetico realizzato a mano dall’autore)

Sipario ardente

Vieni
……….crolla dentro questo minimo oceano
seziona gli scomparti satanici
le linee seghettate dall’usura,
sciogli gli schemi di ghiaccio
che covano il mostro
nutrito dal buio che ingoia ogni fiamma…
accompagnami col tuo braccio potente
lungo questo esodo ululante:
un tuo soffio e anche il mare
si prosciuga, una parola
e le onde si placano.
Attraverso un sipario di fuoco
la meraviglia costringe le ombre
alle spalle / sorprendo
il flusso dei giusti vestiti a festa
le labbra sono musica
incontro al mistero:
ognuno percepisce che il suo cammino
è tenda
e il volto tuo
…………universo.

(Alessandro Ramberti)

7 risposte a “Autoritratto poetico di Alessandro Ramberti

  1. E sembra davvero di essere in una scena, in cui le quinte e i praticabili nascondono luoghi pericolosi. Se si guarda ad esempio

    Vieni
    ……….crolla dentro questo minimo oceano

    Dopo l’invito a venire,nel doppio senso della parola, che è seduttiva, il crollo avviene subito dopo,in quel minimo spazio sotto i piedi dove stava la voce invitante, quell’accenno al piacere di “vieni”, isolato, quasi echeggiante nella stanza bianca della pagina,c’è un vuoto: il crollo, in un oceano minimo e mimo di un evento che avviene anche nella sfera erotica, nell’incontro amoroso,là dove lussuria e tentazione restano anch’esse sconvolte, preci-pi(t)tate nel tumulto dei sensi.
    C’è una messa in scena magistrale. Ogni riga, e una dopo l’altra, irradia la mente, la rende ricettiva, come a teatro, guardando una scena che falsamente è fissa,ferma nella scatola tra le quinte essa vive di ciò che gli spettatori muovono in sé, non solo di ciò che è messo sulla scena.Gli attori sono tutti quelli che ascoltano, e anche la regia è una tramatura che sospinge al crollo della barriera, tra ciò che avviene davanti agli occhi e ciò che dentro stana il mostro, monstrum magnifico. Grazie. Davvero molto bello anche questo ri-tratto. ferni

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  2. Saper vedere ‘il volto tuo’ nel nostro ‘minimo oceano’

    Poesia che prima invoca una presenza ultraterrena (vieni,crolla,seziona,sciogli,accompagnami) poi ci restituisce una visione (sorprendo/ il flusso dei giusti vestiti a festa) quindi culmina nella consapevolezza del mistero.
    Ennesima conferma della riscoperta delle forme di preghiera nella poesia
    (e c’è ben poco di cui meravigliarsi, dati i tempi…)

    Un saluto affettuoso ad Alessandro

    Antonio

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  3. una poesia densa di verità che incontra, nel roveto ardente, l’energia dell’Infinito:ma l’oscurità ci ferisce e si addensa nelle paure che lo sguardo sul creato porta:porta unica di un oceano?

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  4. Bello questo invito “Vieni” in una potente poesia/preghiera che ci offre il ritratto del viaggio fino a quando “ognuno percepisce che il suo cammino/è tenda/e il volto tuo/universo

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