fonte_ Il quotidiano di Basilicata, 6 aprile 2011 (p.51)
Lumini… la ballade classique des Marseillais!
© foto Dario Caruso
Si è spenta dopo una breve ma letale malattia, a Marsiglia, la poetessa Gina Labriola. Lucana di origini, ottantenne, essendo nata a Chiaromonte nel 1931, ha rappresentato senza dubbio alcuno, la punta di diamante della cultura del suo tempo, regionale e non solo; non c’è infatti paragone alcuno da fare con altri artisti contemporanei.
Gina Labriola infatti era immersa nella poesia così come nella prosa, così come nella pittura, rappresentando sempre e ovunque l’eccellenza.
Poliedrica come nessuno, incarnava l’essenza dell’artista di elite così come quella di strada, in una metamorfosi incredibile, quanto unica. E raccontava della sua terra e delle terre che l’accoglievano e dei paragoni che poteva fare e dei racconti verbali, dei nonni, dei bisnonni, dei nostri avi, dei lucani e non solo, antichi, tramandati nel tempo, dei quali si era sicuramente perso persino il ricordo. Ma che lei era stata capace di riprenderle e di riannodarle ai tempi moderni, con una incomparabile efficacia. Era stata in Persia (ora Iran) presso l’Istituto italiano di cultura di Teheran, collaboratrice dell’istituto italiano per il medio ed estremo oriente, corrispondente Ansa e lettrice presso l’università del posto. Più tardi ha insegnato lingua e letteratura italiana in Spagna a Barcellona ed a Rennes in Bretagna.
Ha scritto centinaia di poesie ed altrettanti racconti di narrativa per ragazzi. Inoltre ha dipinto tantissime sue poesie sulla seta; una tecnica straordinaria che la impegnava per tantissimo tempo, ma per la quale non lesinava mai il suo impegno. Metteva nei suoi componimenti le storie antiche che ricordava da bambina, della sua Chiaromonte ma anche degli altri comuni che conosceva; storie che raccontava di aver ritrovato, rivedute e corrette ma pur sempre simili, in tutti i Paesi dov’è stata ospite.
Ha avuto riconoscimenti e premi per la sua arte dovunque abbia presentato i suoi lavori ed inoltre ha tenuto conferenze in tantissime scuole non solo italiane, ma anche francesi, iraniane, spagnole ecc. Separata dal marito da tantissimo tempo, viveva facendo la spola tra i suoi tre figli, di cui uno residente in Italia, uno a Bruxelles, l’altro a Marsiglia, dove purtroppo è morta nei giorni scorsi.
Era appena intenta a presentare la sua recente opera “Le storie del Monachicchio”, ultimo libro arrivato a gennaio nelle librerie. Lascia un vuoto, anzitutto dal punto di vista umano, ma anche artistico, difficilmente colmabile.
Di lei ricorda la poetessa Maria Pina Ciancio, molto legata a Gina, la poesia “Culla di sole”: “Voglio addormentarmi/in una culla di sole/Lucertola di smalto/dormire/con gli occhi aperti/spilli neri/immobili/nel sole.
Gina, è certo, mancherà non solo agli amici e a quanti l’hanno conosciuta, ma alla cultura e al mondo.
Gianni Costantino
una donna straordinaria, davvero una donna ricca di talento e passione, di molto ci ha fatto dono.Grazie.
ferni
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Sono onorato di pubblicare sul mio diario di fb una delle sue poesie (L’ARCA DI NOE’) Saluti da Jean Jules Mazza
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