In quel transito notturno, improvviso, viscerale ed ermetico, dal silenzio alla voce, sono germogliate da sempre mille domande e interrogativi sulla poesia, eppure “ciò che in fondo desidero/ da una poesia/ è/ che possa essere letta/ lentamente/ che si possa invecchiare/ tra una parola e l’altra”. Ecco una delle tante, belle e significative idee di poesia, quella di Goran Tunstrom, ma di seguito riporteremo i testi di alcuni amici poeti del nostro tempo, che hanno raccolto la provocazione e che con piacere hanno contribuito ad arricchire il dibattito.
Il rapporto tra poesia e scienza di Roberto Maggiani
Abiti una casa fatiscente
nel centro di Sintra
e non t’importa
se per il mondo
i poeti usano il tuo nome
e con il tuo nome
si vestono di gloria.
Ti affacci alla finestra
nel mattino azzurro di luce
silenziosa,
se non v’è nessuno che ti veda
scendi le scale e passeggi assorta
nel giardino malmesso
attenta alle variazioni del reale.
Dove s’appoggia il tuo piede
la sua forma crea labirinti
e pozzi imperfetti e amari
dove i poeti
cadono spersi,
ma non io che non sono poeta
ma scienziato
e ti parlo per tua gioia
di quel mondo così piccolo
o così lontano –
di atomi o stelle.
tratta da Scienza aleatoria, LietoColle 2011
Ringrazio Maria Pina Ciancio, per avermi inserito, in compagnia di tre poeti che ho qui letto e le cui poesie ho trovato affascinanti, Marina Minet, Gina Labriola e Aldo Ferraris, in questa rubrica di poesie sulla poesia. Un caro saluto e grazie dell’ospità a questo bel sito.
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“attenta alle variazioni del reale”: mi sembra esattamente lo sguardo del poeta e, che io sappia, può appartenere anche ad uno scienziato.
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La poesia va più in là della scienza, e la scienza, allo stesso
tempo, comprende in sè stessa la poesia, ed è per questo che l’una
arricchisce l’altra; così che Roberto Maggiani può dire di
sè di non essere poeta, ma scienziato, componendo, intanto, versi
di una bellezza contemplativa e visionaria toccante, e ricorrendo
alle figure dell’allegoria e della metafora, che sono la
quintessenza della poesia stessa. Il padre della poesia italiana,
il nostro Dante, è un poeta-scienziato, anche Galileo Galilei lo è
e molti filosofi come Platone e Vico.
Roberto costruisce pazientemente questa unità sul filo della meraviglia e della gioia.
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un esempio di dialogo tra poesia e scienza, in questo bellissimo testo di Roberto Maggiani.
anch’io ho formazione scientifica, accanto aquella umanistica(sono biologa) e so per esperienza che la sfera scientifica è davvero una miniera, una splendida ricchezza aggiuntiva di suggestioni e linguaggio- per chi scrive in poesia.
a conferma dell’intesa tra i due mondi, ricordo la frase dell’astrofisico David Barrow:”nessuna descrizione non poetica della realtà potrà mai essere completa”
un caro saluto
annamaria
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