In quel transito notturno, improvviso, viscerale ed ermetico, dal silenzio alla voce, sono germogliate da sempre mille domande e interrogativi sulla poesia, eppure “ciò che in fondo desidero/ da una poesia/ è/ che possa essere letta/ lentamente/ che si possa invecchiare/ tra una parola e l’altra”. Ecco una delle tante, belle e significative idee di poesia, quella di Goran Tunstrom, ma di seguito riporteremo i testi di alcuni amici poeti del nostro tempo, che hanno raccolto la provocazione e che con piacere hanno contribuito ad arricchire il dibattito.
Alla Poesia di Pierino Gallo
Si snodano
le perle della sera
nella mia mente e vibrano
dell’altezzoso Verso.
Vorrei cantarti dell’immenso
e con l’immenso stringermi,
baciarti gli occhi e gemere.
Vorrei chederti carta
e imbrattare vele immense,
fuggire dal tuo seno,
grondante di coraggio
e parsimonia.
Si sciolgono
all’atavico richiamo
i miti del tuo ingegno.
Ho liberato sirti aspre e nude,
come il tuo canto
violò la penna e il cuore.
Si snodano le luci dell’aurora
ed io non ti do ascolto.
Pierino Gallo (“Il Musagete”)