alla Lucania e ai suoi poeti
La terra dei sentieri bagna i sensi,
fierezza appartenente quanto te
– arandomi le mani-
alleva senza inganno le stagioni
Abito la terra dei viandanti,
la meta dei rimpatri
dove le madri accettano gli affanni
temendo la tristezza dei gerani
Precarie le vallate – sorreggono ogni piaga
franando l’equilibrio del tramonto
sazio di treni e pianti
Guardano altrove i santi
stracciando le preghiere dei lutti secolari
non sanno più capire né aspirano a sanare
la resa dei poeti abbandonati
Mucchi di sforzi in tasca
a dirli……ghiaccio il cuore
scoprendo somiglianze per amare
foci di verità …………….. quasi prigioni
Rughe e altri doveri offerti al pane
lacrime in rovina da lodare
strade offese all’alba…………..buia impronta
quando anche il ricordo le somiglia
Tempra in sacrificio bacia il tempo
incarnando il senso dei sepolcri –
delusi dai suoi figli diradati
fin dove l’avvenire non ha età
Luogo d’imponenza solitaria
tu conforti il cielo fra le nubi
e insegni le ferite
piovendo sull’assenza il tuo perdono
Gergo è il tuo mutismo,
trebbia lenta in gola e umanità.
Grido in abrasione
solo e inascoltato insieme ai Sassi
(Marina Minet, settembre 2011)
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foto in alto, I Sassi di Matera
La poesia è bella ma la foto è una poesia.
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