Versi in memoria (ai bambini senza volo)

Stanotte ho vegliato fino all’alba
sul cuore dei bambini
intrappolati dalla guerra

Fu l’ombra del tuono
a svegliarmi nella notte.
Avevo mani bianche
e un aquilone azzurro
stretto tra le dita

Gli uomini in divisa
arrivarono col buio
spaccarono i vetri
rovesciarono mascelle all’indietro
salirono al piano di sopra

Strinsi la coperta per riparo

Le voci gridavano
bestemmiavano forte
(e io non capivo)

serrai a pugno le mani
e spezzai l’aquilone di carta
quando il soldato in divisa
mi piantò lo scarpone
infangato sul petto

*

Alcuni istanti nascono infiniti
guardandoci sepolti
oppure addormentati

Perché le notti tornano
intimorite al buio
quando gli aquiloni
rimpiangono i bambini

Ci sono storie
dentro pianti assenti
bambini senza volo
che mai racconteranno del mattino

Maria Pina Ciancio, 2008

*

Nell’ultimo decennio  oltre 2 milioni di bambini sono morti  a causa conflitti armati, 6 milioni sono rimasti disabili o gravemente feriti,  più di 1 milione orfani o separati dalle famiglie,  mentre ogni anno  tra 8.000 e 10.000 bambini vengono uccisi o mutilati  da mine e ordigni inesplosi (Rapporto Unicef 2007)

*

Recitazione- Maria Pina Ciancio, Elide Fumagalli
Realizzazione- Marina Minet (Teresa Anna Biccai)
Fotografia- Roberto Schaefer, Dana Vávrová , Joseph Vilsmaier, Sigur Rós, Riceboy Sleeps
Musica – Eleni Karaindrou
una produzione nuoviautori.org

14 risposte a “Versi in memoria (ai bambini senza volo)

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  3. la guerra è una delle tante odiose cose che vengono tenacemente mantenute per disporre con la morte delle vite altrui. Ma c’è una schiavitù che comincia dalle fasce più basse, intendendo con questo le età dei minori e le loro condizioni sociali, che sfrutta il loro lavoro sapendo che non possono rivoltarsi, che non ne hanno la forza. Li sottomettono a fatiche che un uomo non sopporterebbe e per paghe da miseria. Chi bisogna allora mettere in galera?
    E i marchi di fabbrica,le griffe, i blasoni del capitalismo che sottoscrivono e producono queste condizioni, sono gli stessi che chiedono poi a ciascuno di noi di affrancare i bambini del mondo da quelle disumane condizioni. Tu hai chiesto chi bisogna mettere in galera? Ora la faccio a te la domanda.Chi?
    Sono furiosa. Grazie del video. Se tutto questo bastasse finalmente e ci fosse liberazione davvero!ferni

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  4. grazie Valerio, Mariano, Ferni.
    Ferni, purtropo la poesia non ha il potere di mettere in galera, nè tanto meno di cambiare le cose. La poesia può semplicemente esprimere una riflessione, cocente e amara del reale (come in questo caso) altro non può. Ai capi di governo e di stato toccherebbe ascolatare le voci del popolo e della cultura. Ciò che spesso non accade purtroppo!
    Un abbraccio* Mapi

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  5. Il poeta è testimone e sentinella.
    Maria Pina ci offre un testo duro, amaro, ma capace di evocare la dolcezza di quei bambini: ci scuote e ci commuove insieme (e questo è, in fondo, quanto dovrebbe darci sempre ogni buona poesia).
    Grazie Mapi
    Antonio

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  6. mapi ci sono tematiche come questa che vanno oltre la poesia, oltre le imago per divenire civiltà del sentire… mi hai ricordato quel passo crudo narrato da s. venezia in cui narra di una bimba sopravvisuta alla camera a gas attaccata al seno materno di madre già morta e un soldato nazista si accorge dello stare in vita della neo nata, prende il fucile, le spara uccidendola così, attaccata alla mammella che le donava nutrimento e vita.. è un urlo che ancora è possibile auscultare per chi ha sensibilità.. da questa tua debbo una imago sempre se consenti e vorrei condividere il video…un abbraccio
    roberto

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  7. Non avevo letto questo tuo testo, Maria Pina. Scorrendo Lucaniart l’ho letto stamani. E’ molto bello sotto ogni profilo. E’ pieno di quella verità che sfida il cuore e i sostenitori delle “guerre chirurgiche” che non vedono mai il volto dei figli degli altri. Stanno alla tv e intanto parteggiano, mentre si spezzano gli aquiloni. Per i bambini le guerre sono sempre vere. Ciao, Michele

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