Spunti (di)versi con… Menotti Lerro

I POETI SI RACCONTANO 31
Interviste sulla poesia a cura di M. P. Ciancio per il blog letterario LucaniArt Magazine

Poesia: passione, libertà…
Pienezza, Assenza.

I desideri di un poeta
A volte il poeta vorrebbe non essere poeta.

Una tua definizione di poesia
La bellezza di questa domanda è che lascia spazio ad infinite risposte.
La poesia non può essere imprigionata in una sola definizione e dunque io stesso ne avrei molte, nessuna definitiva e certa. Definirò, pertanto, questo genere letterario in un modo diverso rispetto alle mie precedenti definizioni.
In primis direi che la poesia è essa stessa uno strumento per definire noi e l’universo, in quanto quintessenza. Poi aggiungerei – volendo dare una definizione lievemente poetica – che ‘Poesia’ non è altro che un significante di un corpo che non sa di essere morto.

Il ruolo della poesia oggi.
Un ruolo chiaramente marginale, ma che esercita influssi positivi per un gruppo di eletti i quali, per lo più, non avrebbero bisogno della poesia poiché già posseggono quella sensibilità che il testo poetico è chiamato a stimolare. In altre parole direi, un po’ provocatoriamente, che la poesia non serve a niente e a nessuno perché sfonda porte già aperte, corpi già allo stremo.

Da dove viene la parola del poeta
Da un abisso o da una luce. (Da una Pienezza dello spirito o da un’Assenza che si cela dentro lo spirito stesso).

I tuoi poeti preferiti
Shakespeare e Leopardi, per indicare la genialità assoluta. Poi direi Kavafis, Ungaretti, Eliot, Montale, Lorca, Cernuda, Dante, Celan, Trakl, Quasimodo… molti altri.

Almeno tre libri di poesia da cui non ti separeresti mai.
I Sonetti di Shakespeare, I canti di Leopardi, La terra desolata di Eliot.

Un poeta sopravvalutato
Alda Merini.
E’ stata una brava poetessa ma non come dicono. La sua morte ha lasciato un gran vuoto soprattutto umano, ma artisticamente non da segnare la fine della poesia italiana come si è scioccamente ripetuto; in Italia abbiamo poeti viventi di maggiore spessore.
Poi ci sono dei “poeti” che non fanno altro che lamentarsi perché non gli viene dato spazio come credono di meritare [vorrebbero essere letti nei licei e partecipare a trasmissioni televisive  strombazzando i loro versi nelle orecchie della gente che dalle poltrone assorbe più o meno tutto (strano davvero che in quest’ultima non ci siano)]. A loro vorrei dire che dovrebbero ringraziare di avere lo spazio che hanno, che tra l’altro spetterebbe a poeti più bravi e meno fortunati di loro…

Un poeta sottovalutato
Gianni Rescigno.
E’ un poeta cilentano di 73 anni, noto e molto apprezzato dalla critica. Uno spirito artistico autentico, che ha già negli occhi quella luce “folle” che appartiene ad una specifica categoria di poeti.
Credo che se fosse nato al Nord sarebbe stato maggiormente considerato dall’editoria ufficiale, perché la verità è che conta molto dove si nasce e chi si frequenta per scalare le vette editoriali. Poi ci sono le eccezioni e i bravi si fanno e si faranno largo ugualmente, ma non sempre la storia e il tempo fanno veramente e totalmente giustizia.

La tua prima poesia.
“Ceppi Incerti”; avevo 16 anni e scrissi i miei primi versi davanti ai legnetti che ardevano lentamente nel camino di casa mia. Quei ceppi che facevano così tanta fatica a bruciare e a riscaldarmi, mi sembravano simboleggiare perfettamente la mia esistenza, le mie incertezze esistenziali, la mia anima.

Il punto di partenza della tua poesia
La mia infanzia: un momento felice e doloroso al contempo. Un sogno irripetibile che non vorrei ripetere.

Un verso che avresti voluto scrivere
“M’illumino d’immenso”

La poesia che più ti rappresenta
Un verso tratto da Senza Cielo (Guida 2006).
“La mia mente è un cimitero: i fiori giacciono accanto ai morti”.

Il tuo ultimo libro
Il mio bambino
(Genesi 2010)

Le tracce tematiche che lo caratterizzano
E’ una raccolta di poesie dedicate a mio padre che con gli anni e con i suoi problemi di salute è diventato sempre più mio figlio, “il mio bambino”.

Una definizione della tua poesia
Più che di poesia parlerei di “testi letterari in versi”. Non sono certo infatti che la mia sia ‘Poesia’, il cui termine trattiene un giudizio critico che oggigiorno è attribuito in modo scellerato ad ogni testo che vada a capo alla metà di una pagina bianca. Comunque, queste mie “poesie” sono certamente un tormento di luci e di ombre.

Keats sostiene che il timone della poesia è l’immaginazione, la fantasia le vele e l’invenzione la stella polare. Cosa aggiungeresti?
Che la presunzione è lo scoglio.

La qualità che apprezzi maggiormente in una poesia.
L’asciuttezza del verso.

Il futuro della poesia
Per adesso lo vedo nebuloso. Pochi giovani veramente interessanti e comunque non quelli che mi sembrano essere sostenuti in modo continuo e deciso da “poeti” molto influenti nelle scelte di alcune case editrici note. Chiaramente ci sono delle eccezioni positive, ma spesso non c’è meritocrazia, e non c’è consapevolezza critica sufficiente per accorgersene. La libertà metrica e lo scioglimento delle rime hanno tanti vantaggi e suggestioni in letteratura, ma hanno dato adito a dei malintesi, come quello di far credere a chiunque di poter essere un poeta o un critico, facendo nascere pseudo poeti e critici letterari a dismisura, i quali in realtà sono solo degli avventurieri…

Un consiglio ai giovani poeti
I veri poeti trovano la loro strada; di questo sono certo. E non parlo di pubblicazioni o notorietà artistica, ma di un percorso interiore che tende ad una sempre maggiore maturità. La poesia farà da guida, sarà un’essenza salvifica per chi vivrà con essa un rapporto onesto e duraturo che miri alla crescita spirituale e delle proprie pulsioni artistiche.

Un tuo dono (poetico) ai lettori di LucaniArt

Mi sento solo!
Rifiuto i giri di parole per dirlo, ormai.
Il mondo è una bolla vuota pronta all’implosione
e gli uomini sono acqua e shampoo, bolle di sapone.

(Da Il mio bambino, Genesi 2010)

Menotti Lerro, Oxford 10/08/2010

(intervista a cura di Maria Pina Ciancio, esclusivamente per il sito internet LucaniArt Magazine)

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